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Catasto: come cambia il valore delle case con la riforma-stangata del 2023

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Riccardo Magliano

Nonostante fosse una misura principalmente portata avanti dal Governo Draghi, la riforma del Catasto si verrà portata avanti senza intoppi. Il nuovo Governo porterà avanti la riforma verso la sua versione definitiva. Ecco come cambieranno le cose.

immobili in Italia
riforma del catasto
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La riforma del Catasto portata avanti dal Governo Draghi per tutto il 2022 era una misura estremamente complessa e molto discussa. Su indicazione dell’Unione Europea, l’Italia avrebbe dovuto mettere mano a tutti i valori del suo mercato immobiliare per adeguare il valore degli immobili italiani al valore di mercato. Questo avrà delle importanti ripercussioni sulla vita di tutti, in particolare per quanto riguarda le tasse immobiliari. La preoccupazione di tutti è che il nuovo valore degli immobili finirà per aumentare anche le tasse come l’IMU. Dall’altra parte, però, la nuova riforma vuole portare alla luce tutti quegli imbrogli edilizi, come immobili fantasma, abusi, e altre situazioni illegittime.

La conferma è arrivata recentemente dal Governo. La riforma del Catasto verrà portata avanti e l’impianto sarà lo stesso già caldeggiato da Draghi durante lo scorso anno. Tutto si basa quindi sull’attribuzione dei nuovi valori agli immobili calcolando le misure delle case, e quindi il valore, non più per numero di vani, ma per metri quadri. Questo porterà inevitabilmente ad un medio aumento del valore di ogni immobile, specialmente quelli che hanno meno ambienti, ma molto grandi. L’aumento del valore porterà inevitabilmente ad un aumento delle tasse sulla casa, IMU un primis. Il punto del Centrodestra durante tutta la discussione sulla riforma era che il nuovo aumento del valore degli immobili non avrebbe dovuto impattare sulle tasse.

Riforma del Catasto secondo Giorgia Meloni

Si va quindi verso una soluzione che accontenti sia il Governo che l’Unione Europea. Questo, per forza di cose significa prepararsi a dei compromessi. Per il nuovo Catasto, Draghi aveva un piano ben preciso:

  • ricalcolo delle rendite catastali;
  • nuovi meccanismi di aggiornamento periodici delle rendite catastali in base alle oscillazioni del mercato;
  • attribuzione di ogni immobile, oltre che la rendita catastale, di un valore patrimoniale e rendita attualizzata sui valori di mercato;
  • potenziamento degli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per mappare e censire gli immobili sconosciuti;
  • modifiche per gli OMI, prezzi di mercato divisi per zone e di consultazione nell’accesso alla banca dati catastale;
  • agevolazioni per gli immobili di interesse storico o artistico in merito ai costi di manutenzione e conservazione.
giorgia e ursula
riforma del catasto
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Ci si aspetta almeno qualche modifica da parte del Governo Meloni a questi punti messi in chiaro da Draghi. Questo perché, all’aumento delle rendite catastali, l’aumento delle tasse immobiliari è pressocché garantito.

Le richieste dell’UE sulla riforma

Ai problemi nel trovare una forma unitaria alla riforma, ci si aggiungono anche le richieste dell’Unione Europea. Ci sono due richieste importanti dall’UE. La prima è quella di inserire la riforma del Catasto nella prossima manovra finanziaria. Questo comporterebbe un nuovo fronte su cui lavorare per il Governo, che già con la Legge di Bilancio e le altre manovre ha molto lavoro a cui stare dietro.

La seconda è la necessità di adeguamento del valore degli immobili italiani ai valori di mercato. Secondo la Commissione Europea, i valori dovrebbero rimanere pressocché identici, ma è già chiaro da ora che non sarà così. L’adeguamento dei valori comporterà per forza di cose un aumento delle tasse.

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