Si annuncia carica di nubi la borsa nel 2023. Le incognite sono tantissime ma i prezzi delle materie prime energetiche potranno fare il bello e il cattivo tempo e determinare una borsa dinamica oppure pericolosi crolli.
Le incognite in questo 2023 borsistico sicuramente non mancano. Infatti l’aumento dei tassi da parte delle banche centrali sicuramente è una grave minaccia per le borse. Inoltre i mercati sono spaventati anche dalla guerra in Ucraina. Se le banche centrali continueranno ad aumentare i tassi il rischio di debolezza delle borse oppure addirittura di crolli può essere veramente forte.
Infatti se le banche centrali continueranno ad aumentare i tassi la recessione diventerà sempre più probabile e la borsa potrebbe riservare pessime sorprese. Ma anche al di là della questione dell’aumento dei tassi, la recessione è la gravissima incognita del 2023. Infatti se nel 2022 abbiamo parlato quasi soltanto di inflazione, nel 2023 sicuramente un tema forte sarà quello della recessione.
Ma i prezzi delle materie prime energetiche continuano ad essere assolutamente determinanti. Se il gas dovesse avere delle fiammate verso l’alto e se lo stesso dovesse succedere al petrolio ecco che la recessione sarebbe quasi inevitabile. Sbaglierebbe chi dovesse pensare che il prezzo del gas e del petrolio ormai hanno raggiunto quotazioni molto elevate ma comunque sia stabili. Secondo molti esperti la speculazione sul gas e sul petrolio potrebbe essere solo all’inizio e questa non soltanto sarebbe una stangata tremenda per le famiglie ma spingerebbe anche l’economia in una durissima recessione.
A questo punto il riflesso sulle borse sarebbe inevitabile. Secondo alcuni analisti infatti gli speculatori si stanno preparando a manipolare in modo molto aggressivo i prezzi del petrolio e anche i prezzi del gas. Le forti spaccature geopolitiche li aiutano in questo perché proprio i paesi che producono più materie prime energetiche oggi si sentono isolati rispetto all’occidente e hanno tutto l’interesse ad alzare la voce e a far pagare molto di più le loro materie prime. Anche l’accordo sul prezzo del gas raggiunto dai paesi europei secondo molti analisti è una pura illusione.
Infatti alla fine a determinare il prezzo del gas è soltanto la legge della domanda e dell’offerta e se il gas dovesse risultare particolarmente scarso e dovesse capitare lo stesso anche per il petrolio ovviamente questo 2023 potrebbe essere un anno nero per l’economia e per le borse.
Dunque guai a pensare che la questione del gas e la questione del petrolio siano vecchie questioni ormai archiviate in questo 2022. Non è affatto così è proprio nel 2023 queste potrebbero essere delle tematiche assolutamente centrali in grado proprio di avere un impatto forte sui mercati.
In definitiva la questione energetica continua ad essere centrale e non deve stupire se questi dati sono monitorati con sempre grande attenzione dagli esperti. Infatti la produzione industriale è pesantemente condizionata da queste variabili.
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