Mutui 2023. Cambia tutto e tutto diventa più complicato. Nuove regole da rispettare, ma anche la possibilità di cambiare tipologia di mutuo. Cosa conviene fare?
Nel 2022 la Bce ci ha “regalato” ben quattro aumenti dei tassi di interesse. Ad ogni aumento coloro i quali hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, hanno avvertito una fitta al cuore e non è un modo di dire. Uno, due, tre e quattro aumenti in un solo anno vuol dire, monetizzando, un aumento dell’importo della rata che si avvicina molto ai 200 euro al mese.
Aumenti enormi che, perdi più, si vanno ad affiancare al caro – bollette di luce e gas e ad un’inflazione altissima. Una situazione complicata, da cui sembra impossibile venirne a capo. E mentre si continua a parlare della possibilità di passare dal mutuo a tasso variabile al tasso fisso, una domanda sorge spontanea: ma è così sicuro che convenga cambiare?
Mutui 2023, cambia tutto. Cambiare conviene davvero?
E’ stato il regalo di Natale della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Il quarto aumento dei tassi di interesse nell’arco dell’intero 2022. Sembra che non vi possa essere altra soluzione per arrestare un’inflazione che galoppa come non mai e che, purtroppo, non sembra dare segni di stanchezza. La Bce prosegue sulla sua strada di aumento del costo del denaro adottando politiche restrittive con il preciso intento di ridurre la liquidità in circolazione. Ma basterà?
Il 2022 che ricorderemo per infinitivi motivi, e tutti negativi, ci ha lasciato con quest’altra batosta. Quasi non bastassero le conseguenze negative derivanti dalla guerra scoppiata nel febbraio scorso tra Russia ed Ucraina, prima fra tutte la crisi energetica e le conseguenti bollette con importi “monstre”. E la guerra ha ulteriormente rinvigorito anche l’inflazione che da decenni non si presentava così aggressiva e dannosa dal punto di vista socio – economico.
Da parte sua il governo presieduto da Giorgia Meloni ha rispolverato una norma varata nel 2011 che consentiva il passaggio da un mutuo a tasso variabile ad uno fisso. Grazie ad un emendamento alla Legge di Bilancio questa opportunità è stata ora reintrodotta. Affinché si possa verificare questo passaggio è però necessario che vengano rispettati dei precisi requisiti.
Requisiti per la richiesta
Primo fra tutti il finanziamento originario non deve essere stato superiore ai 200 mila euro. Altra vincolo riguarda la soglia ISEE. Potranno infatti presentare tale richiesta soltanto coloro che presentano un modello ISEE inferiore a 35 mila euro e che non abbiano mai pagato in ritardo le precedenti rate del mutuo. E’ possibile inoltre richiedere il prolungamento del finanziamento per un massimo di cinque anni a patto però che la durata residua del mutuo non superi i 25 anni.
Le previsioni lasciano intendere che a breve i mutui a tasso fisso saranno più convenienti di quelli a tasso variabile. Ecco quindi che la norma del 2011 reintrodotta nella Legge di Bilancio dall’esecutivo di Giorgia Meloni, può rappresentare un’ancora di salvezza davvero per tanti nuclei familiari. La speranza è che l’opportunità concessa da Giorgia Meloni sia sufficiente per contrastare il “regalo natalizio” della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.