Il Fondo Monetario Internazionale qualche mese fa ha sostenuto che in Italia nel 2024 la troppa povertà dilagante avrebbe potuto finire per destabilizzare l’ordine sociale.
Si tratta di un monito molto grave che però purtroppo è caduto nel vuoto. Le famiglie in povertà assoluta in Italia sono sempre di più. Si stima che ormai una famiglia su 10 o addirittura una famiglia su nove in Italia sia in povertà assoluta. Tutte queste famiglie povere che letteralmente non sanno come fare a mangiare e che molto spesso sono private anche dei servizi più elementari potrebbero prima o poi stufarsi di questo stato di cose.
Nella cultura italiana il povero purtroppo viene visto come una sorta di parassita della società e questo ha un effetto psicologico molto particolare. Il fatto di colpevolizzare il povero della sua povertà lo mette psicologicamente in condizione di non sentirsi in diritto di rivendicare i suoi diritti più fondamentali.
Tuttavia la forte povertà dilagante secondo molti osservatori può finire per coalizzare le tante famiglie in difficoltà tra loro e per spingerle a rivendicare dei diritti minimi per poter andare avanti. Bisogna sottolineare come lo stato sociale negli ultimi decenni in Italia sia stato completamente eroso.
I lavori sono diventati sempre più precari e il sistema sanitario nazionale eroga servizi sempre più limitati e sempre più scadenti. Quindi sostanzialmente se le famiglie povere in Italia 20 anni fa erano percentualmente pochissime non deve stupire che oggi siano un numero esorbitante ma non si può pretendere che tutta questa gente che passa la sua intera vita nell’ansia per il domani e nella privazione per quanto riguarda l’oggi ad un certo punto non si stufi e non pretenda anche in modo duro il diritto di andare avanti.
Mentre negli altri paesi europei si discute di come rivoluzionare lo stato sociale per poter soccorrere chi è più in difficoltà purtroppo questo dibattito in Italia non esiste ma questo è molto pericoloso. Infatti la povertà dilagante può essere non soltanto una tragedia per chi la vive ma un forte elemento destabilizzante per tutta la comunità.
E’ molto importante che la transizione necessaria verso uno stato sociale che aiuti veramente chi finisca in difficoltà avvenga in modo sereno e pacifico e non incalzata dalla rabbia di chi non ce la fa più.
Associazioni come Caritas o come le tante altre che si occupano di aiutare chi è in difficoltà stanno sottolineando con forza come questa situazione stia diventando sempre più insostenibile per troppe famiglie. Ma il dramma è anche quello del lavoro povero. In Italia tanti giovani ma anche tanti padri o madri di famiglia lavorano per un tozzo di pane e spesso sono proprio questi lavoratori poveri che vanno alla Caritas a chiedere cibo o vestiti.
Una situazione del genere va affrontata con acume ed umanità perchè non si può tenere una parte così ampia della popolazione nel bisogno continuo.
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