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Per queste pensioni niente rivalutazione e niente aumento: che batosta, novità INPS

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Riccardo Magliano

Una delle migliori notizie di questo inizio di 2023 sono le rivalutazioni del 7,3% delle pensioni per tutti i pensionati italiani. Non proprio tutti, però.

C’è una categoria molto ristretta di pensionati che non riceveranno l’aumento della rivalutazione a causa della natura stessa della prestazione che percepiscono. Ecco quali sono.

pensionato alla finestre
chi non avrà l’aumento sulla pensione
ilovetrading.it

La rivalutazione delle pensioni al 7,3% è una delle tante misure applicate dal Governo per aumentare il potere d’acquisto delle persone durante questo difficile momento di alta inflazione. Questa misura è stata presa per tutelare i pensionati, che a fronte dell’aumento dei prezzi, sono coloro a soffrire di più della crisi. Questo perché la rivalutazione annuale delle pensioni è l’unico meccanismo che permette alle pensioni di adattarsi agli eventi esterni, in particolare all’aumento o alla diminuzione dell’inflazione.

La rivalutazione era già stata anticipata ad ottobre dal Governo Draghi, che aveva previsto una rivalutazione del 2% in ottobre, in anticipo rispetto a quanto dice la legge. In questo modo si è potuto dare una mano ai pensionati italiani nel momento di crescita dell’inflazione, quando, a cose normali, niente avrebbe potuto riempire le loro tasche. Adesso, con l’arrivo dell’anno nuovo, si arriva alla rivalutazione vera e propria, quella prevista dalla legge pensionistica. L’attuale Governo guidato da Giorgia Meloni ha confermato la rivalutazione del 7,3% per tutte le pensioni, con aumenti, quindi, piuttosto alti.

Aumenti sulle pensioni, ma non per tutti. Ecco chi resta fuori

Ad essere esclusi dalla rivalutazione della pensione, in qualsiasi percentuale sono i percettori dell’assegno di pre-pensionamento ottenuto tramite l’Ape Sociale. L’Ape Sociale è una forma di pre-pensionamento o pensionamento anticipato che prevede come requisiti quello di avere 63 anni di età e almeno 36 anni di contributi versati. Nel caso di lavoratori con disabilità, il requisito anagrafico si abbassa a 60 anni. Per la natura stessa delle pensioni anticipate o assegni di pre-pensionamento, l’Ape Sociale non è soggetta alle meccaniche di rivalutazione delle pensioni.

La cosa non è limitata alla rivalutazione del 2023. Uno dei più grandi limiti dell’Ape Sociale in quanto forma di pensionamento anticipato è proprio quello di non seguire le regole di una normale pensione di vecchiaia così come scritta sulla legge. La misura ha un importo massimo erogabile tramite il meccanismo di pensionamento anticipato che è 1.500 euro al mese. Considerando che l’assegno previdenziale dell’Ape Sociale è calcolato in base al numero di anni di contributi versati in precedenza, non è possibile aumentare ulteriormente il quantitativo di soldi per mese che arrivano nelle tasche dei percettori.

meloni e salvini
chi non avrà l’aumento sulla pensione
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Ape Sociale, una pensione con molte limitazioni

Le cattive sorprese non sono ancora finite. L’Ape Sociale ha molte limitazioni nascoste, come per esempio quella di valere per non più di 12 mensilità. Esatto, per come è scritta, la misura di pensionamento anticipato con Ape Sociale non prevede né la tredicesima, né la quattordicesima mensilità aggiuntiva, come invece avviene con le pensioni di vecchiaia.

La buona notizia è che, nonostante si percepisca l’Ape Sociale, è possibile richiedere la pensione di vecchiaia una volta raggiunti i requisiti di età necessari per il pensionamento regolare. Questo significa trasformare il proprio assegno di pre-pensionamento in una pensione vera e propria, e godere di tutti i diritti che ha un percettore di pensione di vecchiaia.

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