A dicembre è stato raggiunto un accordo storico per i contratti dei lavoratori. I sindacati e le varie associazioni degli esercenti e impresari hanno raggiunto l’intesa sui nuovi contratti del lavoratori dipendenti, con aumenti in busta paga che cominceranno già all’inizio del 2023, per poi diventare stabili solo a metà dell’anno prossimo.
L’accordo firmato dai sindacati e dalle associazioni di datori di lavoro il 12 dicembre 2022 è il risultato di una lunga e travagliata trattativa tra le parti per i nuovi contratti collettivi per i lavoratori del settore terziario. In particolare parliamo dei lavoratori del settore commerciale e della grande distribuzione. Si tratta di un bacino che raccoglie circa 3 milioni di persone. Gli aumenti di stipendio per questi lavoratori riguardano gli stipendi del 2023 a partire da aprile, ma si potrà già avere un anticipo degli aumenti sperato da gennaio.
Il compromesso trovato tra le due parti è un aumento in busta paga una tantum di importo variabile, da 277 euro a 607 euro diviso in due tranche. Una parte verrà versata ai lavoratori del settore commerciale a gennaio 2023, l’altra sarà invece corrisposta a marzo. Si tratta di una via di mezzo per evitare che i lavoratori rimangano senza aumento di stipendio per i primi mesi del 2023, quando l’aumento dell’inflazione e delle bollette continuano ad essere un problema grave da affrontare se gli stipendi rimangono gli stessi. Da considerare poi quanto fosse complessa la situazione attorno a questi contratti, visto che i lavoratori del settore aspettavano la loro riscrittura ormai da 3 anni.
I motivi degli aumenti, lavoratori con l’acqua alla gola
Dal 2019, infatti, dovevano essere ridiscussi tutti i contratti collettivi nazionali dei lavoratori, ma a causa della pandemia i tavoli della trattativa sono stati rimandati e adesso molti si trovano con l’acqua alla gola. Con il termine dello Stato d’emergenza, infatti, dovevano essere ridiscussi tutti i CCNL con molta più calma di come sta venendo fatto adesso. In mezzo c’è stato lo scoppio della guerra in Ucraina, con tutte le problematiche economiche che si è portata dietro. Adesso, con l’inflazione alle stelle e le bollette più alte che si siano mai viste, gli aumenti dei nuovi contratti servono assolutamente ai lavoratori per poter tirare avanti.
Gli aumenti di gennaio e marzo sono da considerarsi un anticipo, visto che i nuovi CCNL per il settore commerciale devono ancora finire di essere discussi e solo allora vedremo i veri aumenti in busta paga in funzione. Un nuovo acconto dovrebbe essere discusso e elargito ai lavoratori da aprile 2023 fino alla firma dei nuovi contratti. Gli importi definitivi, poi saranno parametrati a seconda dell’inquadramento dei singoli lavoratori.
I numeri degli aumenti
Il bonus del settore terziario, definito anti crisi, riguarderà tutti i lavoratori del settore, sia full time che part time. Nello specifico lavoratori impegnati nei comparti commercio, distribuzione moderna organizzata e distribuzione cooperativa. Per poter avere il bonus, i lavoratori devono essere già attivi a partire dal 12 dicembre 2022.
L’importo del bonus varia a seconda dell’inquadramento del lavoratore, da un minimo di 277 euro per la seconda categoria di operatori di vendita, ai 607 euro per i quadri. Queste cifre comprendono sia la quota versata a gennaio che quella di marzo