Il 2023 non sarà particolarmente clemente con gli automobilisti. Il Governo intende già da tempo rivedere il Codice della Strada in modo da rendere le pene per i reati stradali più gravi, ma i problemi sono già cominciati. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha posto una tremenda clausola sopra le multe stradali. In certi casi può scattare il fermo amministrativo.
In termini di sicurezza stradale, l’attuale Governo italiano intende prendere una strada ben precisa: quella della deterrenza. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha deciso di puntare su una totale revisione delle regole del Codice della Strada, in modo da rendere più punitive le multe per i reati stradali. In questo modo si vuole provare a dare un freno ai pericoli delle strade italiane, che ogni anno fanno migliaia di vittime. A novembre 2022, la Corte di Cassazione ha già mosso un primo passo nella direzione indicata dal Governo. Con una sentenza particolarmente pesante, la Corte Suprema ha stabilito delle nuove regole riguardanti il fermo amministrativo e le multe stradali.
Andando contro le parole dell’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giovannini, la Corte Suprema di Cassazione ha deciso che le sanzioni si applicano al conducente di un mezzo sotto fermo amministrativo. Secondo l’ex ministro, infatti, non si potevano alzare sanzioni contro chi guida un mezzo soggetto a fermo. L’articolo di riferimento del Codice della Strada dice che la sanzione per la circolazione di un mezzo soggetto a fermo amministrativo sono le sanzioni amministrative e la confisca della patente al proprietario del mezzo in questione. La Corte di Cassazione ha obbiettato questo punto, sostenendo che il conducente del mezzo circolante per strada deve subire le sanzioni amministrative relative all’infrazione.
Qual è la logica dietro a questa sentenza? Innanzi tutto si parta dal punto fermo che, in caso di guida di un mezzo soggetto a fermo amministrativo, tutte le sanzioni, sia quelle amministrative (quindi pecuniarie) che accessorie, andrebbero al proprietario del mezzo in questione. Il conducente non sarebbe stato toccato in nessun modo dalle sanzioni.
La Corte di Cassazione ha ribaltato questo status. Il conducente del mezzo irregolare riceverà le sanzioni amministrative per quanto fatto, ma non quelle accessorie, in quanto, non essendo il proprietario del mezzo, non si possono applicare le due sanzioni accessorie previste. Parliamo, ovviamente, del sequestro del mezzo e del ritiro della patente. Il problema con le sanzioni accessorie è che il sequestro del mezzo di trasporto andrebbe in conflitto con il concetto stesso di fermo amministrativo.
Quello che poi la Corte di Cassazione fa presente è che il fermo amministrativo è una misura prevista a garanzia del credito. E non si tratta di un provvedimento previsto dal Codice della Strada. Pertanto, non si tratta di una violazione del Codice stesso e quindi il Prefetto non avrebbe nessuna competenza nella sua gestione.
Pertanto la novità importante è che, pur non potendo applicare le sanzioni accessorie, il conducente può essere punito. Con multe che possono essere anche molto salate.
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