Il taglio delle accise sui carburanti sono quello che ha permesso alla benzina e al disel in Italia di non aumentare al di sopra della soglia di guardia. Con l’inizio del 2023, il Governo sta valutando la fine del taglio delle accise, o almeno una sua riduzione. Ecco perché presto potremmo tornare a pagare 2 euro al litro per benzina e disel.
Dal momento dello scoppio della guerra in Ucraina, ma già prima dagli ultimi mesi di pandemia, il problema del prezzo della benzina si è fatto via via sempre più preoccupante. Il prezzo dei carburanti era salito fino all’irragionevole prezzo di 2 euro al litro, con il disel che, per effetto dell’aumento del prezzo del gas, era diventato più caro della benzina. L’unica cosa che ci ha permesso di non dissanguarci con nel tentativo di mettere un pieno alla macchina è un intervento dello Stato.
L’allora primo ministro Mario Draghi aveva introdotto un corposo taglio delle accise sulla benzina, andando a tagliare via prima 25 centesimi al litro di costo in tasse, poi 30,5 centesimi al litro. Questo intervento, insieme alle manovre europee sul controllo del prezzo del gas sul mercato, hanno permesso al prezzo dei carburanti di non salire ulteriormente nei mesi successivi. Questo status potrebbe star per cambiare. Nella necessità di rimpinguare un po’ i fondi dello Stato per le successive manovre economiche, il Governo Meloni ha pensato di ridurre il taglio delle accise di Draghi. La benzina ha già ripreso ad avvicinarsi alla somma di 2 euro al litro già dal 1 gennaio.
Taglio al taglio delle accise, ecco cosa ci aspetta nel 2023
Il taglio delle accise deciso da Mario Draghi è studiato per avere una data di scadenza, per poi venire prorogata a una data successiva. L’ultima proroga aveva posto la data di scadenza al 31 dicembre 2022, ma a differenza delle scorse volte, la misura non è stata prorogata ulteriormente. L’effetto immediato è che da tutti i distributori d’Italia è sparito lo sconto di 30,5 centesimi al litro, riportando il costo della benzina da sfiorare i 2 euro al litro.
In realtà lo sconto non è sparito del tutto, ma si è considerevolmente ridotto. Per decisione del Governo guidato da Giorgia Meloni, lo sconto di 30,5 centesimi al litro è stato tagliato a 12,5 centesimi al litro sia per la benzina che per il disel. Questo ha permesso al prezzo dei carburanti di rialzarsi quel tanto che basta per arrivare poco al di sotto della soglia di guardia di 2 euro al litro. In questo modo si è evitato un brutto impatto psicologico sugli italiani, ma non significa che la situazione sia tanto meno grave.
Gli effetti dello sconto ridotto, code alle pompe di benzina
Gli effetti di questa riduzione dello sconto si sono visti immediatamente. Il 31 dicembre, prima che scadesse lo sconto, si sono formate code alle pompe di benzina nella zona di Padova. In molti si sono subito preoccupati di rifornire i propri mezzi prima che il carburante tornasse a costare cifre irraggiungibili.
Gli effetti veri e propri di questa nuova situazione con i carburanti si potranno vedere soltanto nei prossimi giorni. Per il momento ci stiamo ancora adattando a vedere sul listino prezzi dei distributori cifre superiori al 1,90 euro al litro.