Mutuo. Per qualche anno ha fatto dormire sonni tranquilli a chi aveva deciso di acquistare una casa. Da un anno a questa parte, a quelle stesse persone, il sonno lo sta togliendo. Ora però si può rinegoziare il mutuo, ma non tutti possono farlo.
Acquistare la casa è il sogno di tanti. Ed in tanti lo hanno fatto. Dieci o cinque anni fa o soltanto da pochi mesi. Chissà che gioia il momento in cui hanno varcato quella soglia che costa, e costerà, infiniti sacrifici per tanti anni. Ora quel sogno sta assumendo i contorni di un incubo.
Il 2022 sta segnando una fase di passaggio drammatica dal punto di vista economico, per diversi motivi. La guerra, l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse come unica maniera possibile, secondo la Bce, la Banca centrale europea, di combattere proprio un’inflazione che sembra inarrestabile.
L’aumento dei tassi di interesse fa perdere il sonno a chi ha un mutuo a tasso variabile. Cosa fare?
Mutuo, si può rinegoziare un sogno?
Che passo. Il più importante, e costoso, dell’intera vita. L’acquisto di una casa è un momento che ne racchiude altri mille, reali e simbolici. E quell’obbligo, necessario il più delle volte, lunghissimo ed impegnativo, che si chiama Mutuo. Negli ultimi vent’anni circa ha spopolato il mutuo a tasso variabile, più conveniente rispetto a quello a tasso fisso, che imponeva sempre la stessa rata ma più onerosa. Ma il tempo cambia le cose. Tutte, anche i tassi d’interesse.
In questo 2022 che ha visto risorgere dalle proprie ceneri un’inflazione mai così alta da quarant’anni a questa parte, la Bce, la Banca centrale europea, non ha trovato e non trova, altra soluzione efficace per contrastarla efficacemente che alzare, continuamente, i tassi di interesse. Il 21 dicembre scorso la presidentessa della Bce, Christine Lagarde, ha annunciato un nuovo rialzo dei tassi.
Si tratta del quarto, ed ultimo, si spera, aumento dell’anno. Il peggiore regalo di Natale per tutti coloro che hanno in corso un mutuo con tasso variabile. A seguito di questi aumenti del costo del denaro l’Euribor a tre mesi, ovvero il tasso interbancario di riferimento europeo cui fanno diretto riferimento i mutui a tasso variabile, continua a crescere e ha superato l’Eurirs, ovvero il tasso di riferimento dei mutui a tasso fisso.
Una situazione che non si verificava da quasi 15 anni, dal 2008 e questo significa soltanto che il costo dei mutui a tasso variabile continuerà a salire mentre quello dei mutui a tasso fisso continuerà a scendere, come sta accadendo da circa un mese. Ma per chi un mutuo a tasso variabile non tutto è perduto…
Che fare?
Nella Legge di Bilancio 2023, grazie all’introduzione dell’articolo 59 bis, colui che ha stipulato il mutuo a tasso variabile può passare al tasso fisso purché il suo contratto non sia superiore ai 200 mila euro. Affinché avvenga questo passaggio è necessario che vengano rispettate altre condizioni. Il reddito annuo di chi avanza la richiesta non deve essere superiore ai 35 mila euro e i pagamenti delle rate precedenti devono risultare regolari, senza ritardi.
La banca o l’istituto di credito a quel punto dovrà accettare la richiesta del mutuatario di variazione del tasso sul mutuo, qualora tutte le condizioni vengano rispettate. Il nuovo tasso d’interesse sarà decisamente più favorevole e questo permetterà un immediato abbassamento della rata del mutuo. E chissà che da quel momento non si ritorni a dormire un po’ più sereni.