Scattano i controlli sui contributi INPS non versati. Tutti sono preoccupati per la nuova ondata di ricerche della Guardia di Finanza sui contributi non versati, sia i colpevoli che chi è in regola.
Questo perché le conseguenze di questi controlli potrebbero colpire tutti indistintamente.
A tremare per la nuova ondata di controlli fiscali operati dalla Guardia di Finanza sono tutti i professionisti iscritti o no alla Gestione Separata INPS. Attualmente l’INPS ha concluso la raccolta di tutti i nominativi e conseguenti profili da controllare. Le indagini dell’Ente Previdenziale sono concentrate nell’anno 2016 (dichiarazione dei redditi 2017), in cui, pare, in molti non abbiano versato i contributi INPS necessari. Lo ha confermato l’INPS stessa con una circolare rilasciata pochi giorni fa. Gli avvisi per quanto riguarda le conseguenze di questo mancato adempimento saranno presto notificate ai diretti interessati.
In questi giorni l’INPS eseguirà i controlli sui profili trovati in fallo e procederà a inviare la comunicazione di iscrizione alla gestione separata e la quantificazione della contribuzione omessa nel periodo d’imposta 2016. La quantificazione della somma da pagare alla gestione separata è comprensiva di quanto omesso con l’aggiunta delle sanzioni, apri al 30% della contribuzione non versata, fino a un tetto pari al 60%. Esiste anche la possibilità di pagare a rate la quantificazione notificata, ma in questo caso si applicano interessi maggiori.
Controlli e sanzioni, quanto si deve pagare e finché è possibile farlo
I controlli INPS hanno portato a una platea di infrazioni dell’obbligo di versamento dei contributi piuttosto ampio, per cui non è possibile stimare la cifra esatta di quanto sia necessario pagare all’INPS. Gli importi da pagare variano in base a quanti contributi non si sono versati durante l’anno 2016. Si ha tuttavia un’indicazione più precisa dei termini di prescrizione del debito. I termini sono quelli a norma di legge, ovvero 5 anni dal momento dell’infrazione, ma di mezzo è necessario contare anche i giorni di pandemia.
L’INPS ha infatti dichiarato che, a causa della pandemia di Covid-19, i termini di prescrizione sono stati sospesi in due diverse occasioni: nel periodo dal 23 febbraio al 30 giugno 2020 e nel periodo dal 31 dicembre 2020 al 30 giugno 2021. I calcoli sulla data di caduta in prescrizione al netto dei due periodi di stop del termine devono essere effettuati autonomamente. Si fa presente, inoltre, che i controlli sui contributi non versati sono relativi solo all’anno 2016 perché sono stati fatti i controlli su quell’anno in questo periodo, ma i controlli dell’INPS non si fermano qui. Ogni anno l’INPS è obbligata per legge ad effettuare i controlli necessari sul versamento dei contributi alla gestione separata per tutto il tempo necessario prima della caduta in prescrizione.
Chi deve guardarsi le spalle dai controlli INPS
Il versamento dei contributi alla gestione separata INPS è obbligatoria a partire dal 2010 per tutti i professionisti iscritti a ordini o collegi professionali. Parliamo quindi di architetti, avvocati, ingegneri e altri liberi professionisti che, per via di specifiche deroghe statuarie, non versano i contributi alla cassa. In base a tale norma l’Inps deve accertare la natura del reddito e il mancato versamento dei contributi presso le casse professionali. Quindi procede all’invio degli avvisi di accertamento.