Con l’arrivo del nuovo anno cambiano molte cose per le partite Iva a regime forfettario per quanto riguarda l’emissione delle fatturazioni elettroniche
Novità importanti per le partite IVA forfettarie. L’articolo 18 del DL n. 36 del 2022 ha esteso la platea di soggetti obbligati all’emissione di fattura elettronica, includendo anche le partite IVA che applicano il regime forfettario dallo scorso luglio. Allo stesso tempo, però, ha previsto un ingresso nel perimetro della fatturazione elettronica in due tempi:
- dal 1° luglio 2022 in caso di ricavi o compensi superiori a 25.000 euro nell’anno precedente e quindi nel 2021;
- dal 1° gennaio 2024 in tutti gli altri casi.
Partendo da questa certezza sono sorti dei dubbi su quali sono le regole da applicare per il 2023 in caso di superamento della soglia nel corso del 2022. A fugare ogni discorso ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate con la FAQ n. 150 sul tema, risposta a domande frequenti, pubblicata sul portale istituzionale il 22 dicembre 2022. In poche parole, chi avrà superato i limiti sopracitati entrerà nei flussi informativi del Sistema di Interscambio solo all’inizio del 2024.
Obbligo fattura elettronica 2023
L’Agenzia delle Entrate esclude dall’obbligo di fatturazione elettronica le partite IVA in regime forfettario con ricavi o compensi inferiori alla soglia dei 25.000 euro nel 2021 e superiori nel 2022. Solo chi ha superato i limiti nel 2021 è stato chiamato ad abbandonare la fattura cartacea per quella elettronica dalla scorsa estate.
Superare la soglia dei 25.000 euro nel 2022 significa essere obbligati alla fatturazione elettronica dal 1 gennaio 2023. Questo perché il limite stabilito dalla norma non era legato solo al 2021. Superare il limite in questione, anche nel 2022, infatti, spoglia il contribuente della deroga della quale ha goduto dal 1 luglio 2022. Ovvero quella di essere esonerate dall’emissione della fattura elettronica fino al 1 gennaio 2024.
Cosa è la fattura elettronica e come funziona
La fattura elettronica è un documento informatico trasmesso in modalità telematica al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate e recapitato tramite lo stesso mezzo al cliente. L’obbligo di fattura elettronica è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 al fine di contrastare l’evasione e le frodi in materia di IVA. Con l’invio digitale al SDI, l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione in tempo reale tutti i dati relativi alle operazioni di acquisto e cessione.
Per la compilazione e l’invio di una fattura basterà avere un PC, tablet o uno smartphone con un software che consenta la compilazione del file della fattura nel formato XML. Per quanto riguarda invece le modalità di ricezione delle fatture elettroniche sono previste tre diverse modalità: tramite PEC, tramite hub o software di mercato oppure tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il servizio gratuito sul portale Fatture e Corrispettivi. La fattura elettronica immediata deve essere emessa (e quindi trasmessa al SdI) entro i 12 giorni dall’effettuazione dell’operazione (vendita di un prodotto o prestazione di un servizio) a cui il documento stesso si riferisce. In caso di fatturazione differita, l’invio deve avvenire entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione. Nel primo semestre del 2021, l’imponibile IVA derivante dallo scambio di fatture elettroniche è stato di ben 253 miliardi di euro.