I tempi di prescrizione di certe imposte ci mettono una vita a scadere. Una volta consegnata la dichiarazione dei redditi, ma spesso anche prima, il Fisco ha molto tempo per poter effettuare i necessari controlli sulla posizione fiscale di un contribuente.
Questo è il motivo per cui il Fisco potrebbe beccare anche dopo diversi anni un’evasione fiscale. La cosa certa è che la beccherà.
Sapere quanto tempo ha a disposizione il fisco per controllare la situazione fiscale di un contribuente è molto importante per organizzarsi. A prescindere dal fatto che sia moralmente sbagliata, l’evasione fiscale è un affare molto poco sicuro per una persone che decide di fare la furba e ingannare l’Agenzia delle Entrate nel suo campo. Questo perché, sebbene possa in un primo momento sembrare di averla fatta franca, il Fisco ha a disposizione anni per poter controllare i conti di una persona prima che la cosa vada in prescrizione.
Questo meccanismo è fatto per mettere un po’ di fretta agli uffici dell’Agenzia delle Entrate e far si che compiano i loro doveri nel minor tempo possibile. Al tempo stesso però è necessario concedere del tempo ai funzionari, che devono barcamenarsi in un territorio molto ostico: quello della burocrazia fiscale. Ricordiamo infatti che se i termini decadono, questo limita la possibilità di intervento dell’Amministrazione. In questo senso, si tratta di un passo vicino alla prescrizione totale, che invece comporta la perdita dei diritti a intervenire per inattività del titolare.
Dopo quanto decade il potere di accertamento? Tutte le imposte
Ogni imposta ha un certo numero di anni prima che decada il potere di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Le imposte erariali, per fare un esempio, decadono dopo 10 anni, ma ci sono imposte che lasciano all’Agenzia molto meno tempo. Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, il Fisco può andare indietro fino a 5 anni per eseguire i suoi accertamenti. Nel caso, invece, in cui la dichiarazione dei redditi non sia stata inviata, il termine si estende anche a 7 anni.
Occorre poi considerare che la dichiarazione dei redditi per un anno è sempre riferita all’anno precedente, quindi l’Agenzia delle Entrate ha ancora un anno in più per gli accertamenti. L’eventuale avviso di accertamento emanato dall’Agenzia delle Entrate per contestare maggiori redditi e richiedere le imposte dovute deve essere notificato:
- in caso di avvenuta presentazione della dichiarazione, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo;
- in caso di dichiarazione omessa, entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui la dichiarazione andava presentata.
Proroga dei termini e pandemia, ecco come sono cambiate le cose
Un avvenimento che ha sensibilmente modificato le cose attorno ai termini di controllo dell’Agenzia delle Entrate è la pandemia di Covid-19. La pandemia di Covid-19 ha comportato una proroga dei termini di notifica di tutti gli atti di accertamento di tributi per complessivi 85 giorni, ossia per un periodo corrispondente alla durata della sospensione dei termini delle attività di accertamento dal 8 marzo al 31 maggio 2020.
Questa estensione ha comportato per le annualità dal 2015 al 2018 compreso uno slittamento in avanti delle date finali ben al di là del consueto 31 dicembre di ogni anno