Gli aumenti delle pensioni del 2023 arriveranno senza dubbio per tutte le pensioni italiane, ma non a tutti nello stesso momento.
Secondo quanto riporta l’INPS, infatti, alcune pensioni saranno aumentate già a gennaio, mentre altre dovranno aspettare fino al mese prossimo. La rivalutazione generale delle pensioni andrà per prima cosa a chi ha un assegno inferiore.
La rivalutazione delle pensioni al 7,3% è una delle tante misure applicate dal Governo per aumentare il potere d’acquisto delle persone durante questo difficile momento di alta inflazione. Questa misura è stata presa per tutelare i pensionati, che a fronte dell’aumento dei prezzi, sono coloro a soffrire di più della crisi. Questo perché la rivalutazione annuale delle pensioni è l’unico meccanismo che permette alle pensioni di adattarsi agli eventi esterni, in particolare all’aumento o alla diminuzione dell’inflazione.
La rivalutazione era già stata anticipata ad ottobre dal Governo Draghi, che aveva previsto una rivalutazione del 2% in ottobre, in anticipo rispetto a quanto dice la legge. In questo modo si è potuto dare una mano ai pensionati italiani nel momento di crescita dell’inflazione, quando, a cose normali, niente avrebbe potuto riempire le loro tasche. Adesso, con l’arrivo dell’anno nuovo, si arriva alla rivalutazione vera e propria, quella prevista dalla legge pensionistica. L’attuale Governo guidato da Giorgia Meloni ha confermato la rivalutazione del 7,3% per tutte le pensioni, con aumenti, quindi, piuttosto alti.
Il problema delle tempistiche, ecco chi avrà l’aumento prima e chi dopo
L’INPS ha tuttavia fatto presente che non tutti riceveranno l’aumento della rivalutazione nello stesso momento. Nonostante la rivalutazione fosse prevista per gennaio 2023, alcuni la riceveranno soltanto un mese dopo. Questo perché l’INPS ha dato priorità alle pensioni più basse, entro la cifra di 4 volte il trattamento minimo INPS del 2023. Il motivo di questa differenziazione sta nelle tempistiche della Legge di Bilancio. Visto che la rivalutazione verrà finanziata con i soldi della Legge di Bilancio e che questa sarà attiva solo da gennaio 2023, la rivalutazione di molte pensioni arriverà soltanto a febbraio.
In particolare ci si riferisce alle pensioni più alte, in particolare di importo superiore a 2.101,52 euro (ovvero la cifra pari a 4 volte il trattamento minimo INPS 2023). Questo non deve allarmare i percettori di tali pensioni. Non ci saranno perdite di soldi in questo processo, perché nonostante le pensioni aumentate arriveranno con un mese di ritardo, vi saranno calcolati anche gli arretrati della mensilità precedente. Quindi alla fine ci si ritroverà con gli stessi soldi, solo dati in momenti diversi.
Trattenute fiscali, l’altra faccia delle pensioni di inizio 2023
D’altra parte non è tutto oro quel che luccica. Le pensioni di inizio 2023 non arriveranno solo con gli aumenti della rivalutazione, ma anche con una serie di trattenute fiscali. Nel cedolino di gennaio, infatti, ci saranno non soltanto le trattenute relative all’IRPEF, ma anche le trattenute relative alle addizioni comunali e regionali del 2022. Queste si pagano per 11 rate proprio a partite da gennaio.
Per questo motivo le pensioni di gennaio, per chi non riceverà subito la rivalutazione, saranno più basse di quelle di dicembre 2022, visto che in queste ultime non sono presenti le trattenute. Per quanto riguarda il ritiro delle pensioni, questo sarà il 3 gennaio, secondo giorno bancabile del mese. Chi va a ritirare la pensione allo sportello delle poste potrà andare seguendo il calendario apposito:
- se la lettera del vostro cognome inizia da A a B il giorno martedì 3 gennaio;
- se inizia da C a D mercoledì 4 gennaio;
- se inizia da E a K giovedì 5 gennaio;
- se inizia da L a O sabato 7 gennaio, ma solo la mattina;
- se inizia da P a R lunedì 9 gennaio;
- se inizia da S a Z martedì 10 gennaio.