L’aumento delle pensioni scatta dal primo gennaio 2023 e si tratta di aumenti veramente importanti perché per la prima volta dopo tanti anni l’inflazione è forte e quindi la perequazione deve essere adeguata. Vediamo per chi ci sarà il forte aumento da seicento euro.
Con un’inflazione al 12%, il Governo ha la necessità di adeguare i trattamenti pensionistici a questa forte diminuzione del potere di acquisto del danaro. L’incremento della pensione seguirà un contorto metodo di calcolo. Questo è un metodo di calcolo è contorto ma è sostanzialmente strutturato in una maniera tale da consentire un aumento più forte ai redditi più bassi.
Infatti la manovra sulle pensioni concepita da Giorgia Meloni vuole andare proprio a premiare i redditi più bassi e quindi ad avere un impatto redistributivo. Tuttavia si tratta di un impatto redistributivo piuttosto limitato. Ad ogni modo sicuramente le pensioni più basse aumentano di più percentualmente mentre le pensioni più alte aumentano di meno sempre percentualmente.
Perequazione e redistribuzione
Se questa è la differenza dal punto di vista percentuale ovviamente resta il fatto che le pensioni maggiori avranno aumenti maggiori in termini puramente numerici. Se c’è delusione per il mancato aumento delle pensioni minime a €1000 sicuramente il forte incremento delle pensioni stimato proprio attorno al 7,3% rende molto felici i pensionati perché per la prima volta le pensioni aumentano veramente tanto e quindi la perdita di potere di acquisto dell’Euro può essere effettivamente compensata.
Ma se le pensioni aumentano in modo ricco c’è anche da dire che addirittura nuovi aumenti sono previsti nell’arco del 2023. Infatti il governo ha pensato bene di creare un meccanismo di perequazione ogni tre mesi. Infatti se fino ad oggi la perequazione sulle pensioni era possibile soltanto all’inizio di ogni anno e valeva per 12 mesi, la nuova perequazione prevista dal governo Meloni andrà ad operare proprio ogni tre mesi in modo da tenere sempre il valore delle pensioni agganciato alla concreta entità dell’inflazione.
Ecco le cifre e gli esempi pratici
Ma cerchiamo di vedere concretamente come funzioneranno questi aumenti delle pensioni e chi potrà avere queste ricchissime maggiorazioni. Una pensione che nel 2022 valeva 525,38 euro lordi nel 2023 scatta a 571,61 euro. La differenza con le vecchie regole sarebbe stata pari a 38,35 euro. Ma con le nuove regole previste dal ministero la differenza è di 46,23 euro.
Dunque per una pensione di questo importo la differenza mensile è proprio pari a 46,23 euro secondo le regole previste dalla nuova bozza della manovra e quindi l’aumento annuo per tredici mensilità è pari a 600,99 euro. Dunque sarà proprio chi percepisce questa pensione ad avere questo aumento per il 2023.
Polemiche e limiti
Ma le polemiche non si placano. Infatti molti ritengono indecente che in Italia esistano ancora pensioni al di sotto dei mille euro. Infatti una pensione al di sotto dei mille euro significa che il pensionato vive al di sotto della soglia di povertà e con un’inflazione così forte questo è assurdo. D’altra parte l’esecutivo di Giorgia Meloni ha dovuto confrontarsi con le casse dell’INPS sempre più disastrate e dunque non ha potuto fare di più.