Mutuo e ISEE 2023, tutto spinge al cambiamento repentino, perché è davvero il momento di passare al tasso fisso ed abbandonare il tasso variabile. E quanto si risparmia.
Casa dolce casa, ma sempre più cara. Il 2022 è stato un anno nero anche sotto questo punto di vista. La Bce, nel tentativo di abbassare l’inflazione, ha aumentato per ben quattro volte, nel corso dell’anno, i tassi di interesse con la conseguenza, drammatica per tanti, di un aumento delle rate del mutuo a tasso variabile che hanno toccato anche i 180 euro.
Il tutto inquadrato in una situazione economico – sociale già complicata per via della crisi energetica e del conseguente caro – bollette. L’inflazione, poi, ci sta mettendo del suo viaggiando ad una velocità impressionante e portando alle stelle i prezzi anche dei beni di prima necessità. Una situazione che per molti sta diventando davvero esplosiva. Ma forse una soluzione c’è…
Mutuo e ISEE 2023, è l’ora del cambiamento
Ad onor del vero nessuno desiderava questo regalo per le festività natalizie. Ma la presidente della Bce, la Banca centrale europea, Christine Lagarde, non ce l’ha fatta proprio a trattenersi dall’annunciare un nuovo rialzo dei tassi d’interesse. L’inflazione rimane altissima, superiore al 10%, lontanissima da quel 2%, obiettivo dichiarato nel mandato della Bce. Pertanto prosegue, e proseguirà nei mesi a venire, questo rialzo del costo del denaro che sta procurando un notevole allarme tra i tanti che hanno acceso un mutuo per la prima casa con tasso variabile.
La preoccupazione non diminuisce certo sapendo che i tassi continueranno a crescere anche nel 2023 ed oltre, a cadenza costante, finché non si raggiungerà la soglia fatidica del 2%, come previsto dalla Bce. Ed allora cosa fare in questo frangente? Il governo presieduto dalla premier Giorgia Meloni, all’interno della Manovra 2023, ha deciso di inserire una norma approvata da Francoforte nel 2011. Trattasi di una scelta volta a favorire le famiglie che hanno sottoscritto un contratto di mutuo con tasso variabile per l’acquisto di una prima casa.
Il mutuo a tasso variabile mai, come in questo momento, sta soffrendo per le oscillazioni del mercato e della politica monetaria. Ecco quindi che la norma approvata da Francoforte nel 2011, in una situazione economica assai simile a quella odierna, è una scelta opportuna e comprensibile. Sostanzialmente cosa cambia per le famiglie che hanno acceso un mutuo con il tasso variabile?
Possibilità di cambiare
Nella Legge di Bilancio 2023 è stato inserito l’articolo 59 bis che permette di passare dal tasso variabile al tasso fisso, purché si rientri, però, all’interno di precise limitazioni. Infatti il contratto di mutuo non può avere un importo più alto di 200 mila euro. Inoltre il reddito annuo del contraente del mutuo non deve superare i 35 mila euro, come da modello ISEE ed i pagamenti delle precedenti rate devono risultare assolutamente regolari.
A questo punto alla banca, o ad altro istituto di credito, non rimarrà che accettare la richiesta del mutuatario di variazione del tasso di interesse sul mutuo, se questa ha rispettato tutte le limitazioni previste dalla normativa. Al mutuo sarà pertanto applicato un tasso d’interesse più conveniente. E’ quindi un’importante opportunità da verificare concretamente e, eventualmente, sfruttare. I calcoli da fare non sono semplicissimi, ma se alla fine portano ad un sostanzioso risparmio…