La fine del reddito di cittadinanza è un vero e proprio dramma perché si dice che addirittura 600.000 famiglie nell’arco del 2023 si ritroveranno senza un reddito.
Il governo cerca di difendersi dicendo che il reddito di cittadinanza viene tolto soltanto agli occupabili. Tuttavia molti economisti non trovano congrua questa soluzione. Infatti gli occupabili sono semplicemente dei disoccupati che perderanno il reddito di cittadinanza è molto probabilmente non riusciranno a trovare un lavoro. Il governo replica a queste dure polemiche dicendo che sta potenziando i centri per l’impiego e anche che sta facendo partire politiche attive per consentire ai cittadini di trovare lavoro.
Tuttavia i numeri della disoccupazione al sud sono veramente drammatici. Senza la misura fondamentale del reddito di cittadinanza tutte quelle famiglie che oggi non sanno come andare avanti si ritroveranno di colpo in povertà assoluta e il rischio di tensioni sociali è veramente forte. Purtroppo oggi in Italia non è stata ancora creata una misura che possa sostituire il reddito di cittadinanza perché il governo Meloni lo vuole eliminare ma senza costituire un vero e proprio rimpiazzo.
La fine del reddito è un dramma per troppi
Quindi lo scopo del governo Meloni sostanzialmente è proprio togliere i sussidi ai più poveri costringendoli a trovarsi un lavoro. Tuttavia questa retorica del povero fannullone che non si trova un lavoro perché non vuole lavorare si scontra contro il fatto che il lavoro al sud è veramente poco e molto spesso si tratta di un lavoro che tale solo in apparenza perché in realtà è solo sfruttamento.
Quindi se i lavoratori al sud vengono sistematicamente sfruttati oppure proprio non riescono a trovarsi un’occupazione, la fine del reddito di cittadinanza significa soltanto un fortissimo inasprimento della già alta tensione sociale. La speranza è che il governo Meloni o qualche futuro esecutivo possa correggere il tiro e possa non soltanto ripristinare il reddito di cittadinanza ma anzi potenziarlo perché sono tantissime le famiglie che rischiano di trovarsi in difficoltà e parlare di politiche attive per la ricerca di lavoro oppure di rilancio della natalità in condizioni così difficili appare veramente poco sensato.
Il governo Meloni ha una visione illuminata sulla natalità
Bisogna tuttavia sottolineare che il governo Meloni è in assoluto il primo governo a prendere di petto la questione del crollo della natalità e questo è chiaramente un qualcosa di molto bello che questo governo sta facendo. Infatti il governo di Giorgia Meloni è contraddistinto non solo dal fatto di essere il primo governo italiano che finalmente vede una donna come presidente del consiglio (ed era davvero ora) ma è anche contraddistinto dall’aver posto la questione della natalità al centro della sua azione politica.
Tuttavia riteniamo che Giorgia Meloni con il grande acume politico che è riuscita a dimostrare già nei primissimi momenti di vita del governo, riuscirà a coniugare questa illuminata visione sulla natalità con un aiuto necessario a chi è in difficoltà perché se una coppia non ha la sicurezza che il governo la sostiene quando non riesce più a dare da mangiare ai figli, ben difficilmente compirà il gravoso passo del mettere al mondo un bambino.