Se è una tua abitudine ti diciamo “occhio” a pagare in contanti nel 2023. Sono attesi infatti numerosi cambiamenti
Il 2023 porterà grossissime novità per quanto riguarda il mondo dell’evasione fiscale e dei pagamenti vari. Dal prossimo anno, infatti, saranno introdotte delle modifiche che interesseranno direttamente il cittadino e che potrebbero potenzialmente portare il contribuente ad effettuare errori anche piuttosto onerosi in termini di denaro.
Entro il 31 dicembre 2022, infatti, sarà approvato il testo della Legge di Bilancio, il quale porterà numerosissime novità che interesseranno i cittadini italiani. Tra quelle di maggiore interesse non possiamo annoverare i cambiamenti che riguardano il contante. Dunque, se è una tua abitudine, occhio a pagare in contanti nel 2023. Tra poco verranno introdotti interessanti cambiamenti che potrebbero costarti caro. Ecco perché.
Il nuovo anno porterà molti cambiamenti e modifiche sul fronte dei pagamenti con il Pos e con i contanti. A seguito delle polemiche di cittadini e associazioni di categoria, infatti, il governo, non cancellerà le multe previste per quei commercianti che non accettano pagamenti tracciabili con la carta di credito o con il bancomat. Tuttavia, potrebbero esserci delle forme di ristoro per quei commercianti che devono affrontare le spese di gestione delle commissioni.
Inoltre, sarà introdotto l’innalzamento al tetto sul contante. Il governo Draghi aveva deciso di abbassare tale soglia a 1000 euro, mentre il governo Meloni la aumenterà addirittura a cinquemila euro. L’esecutivo ha quindi deciso di intervenire pesantemente sulla modalità di pagamento con i contanti, permettendo maggiore libertà ai cittadini (ma anche agli evasori). Dunque, pagare in contanti nel 2023 sarà diverso e dal 1° gennaio sarà possibile poter acquistare prodotti con le banconote fino a 5.000€. Secondo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stato innalzato il tetto al contante in modo da non sfavorire l’economia del Paese.
Secondo la Meloni, infatti, un tetto al contante troppo basso contribuirebbe a mettere in difficoltà l’economia del Paese, in quanto “siamo in un contesto europeo e a livello europeo non esiste un tetto europeo al contante”. Una posizione che in molti ritengono dubbia, in quanto in Italia vi è il più alto tasso di evasione fiscale d’Europa.
Infine, nonostante un’iniziale intenzione da parte del governo di scoraggiare i pagamenti elettronici, l’esecutivo ha fatto marcia indietro sul Pos. Resta, infatti, l’obbligo di possesso del dispositivo per i pagamenti elettronici, oltre all’obbligo per commercianti, professionisti e artigiani di accettare i pagamenti con il Pos da parte dei clienti. Inoltre, restano anche le multe previste per chi si rifiuta: 30€ oltre al 4% del valore della transazione negata.
Ovviamente, non vi è alcun obbligo di pagamento con carta di credito o bancomat da parte dei consumatori. Questi potranno decidere se pagare con carta o con contanti. Dunque, si tratta di un bel passo indietro per il governo Meloni, accusato di voler favorire l’evasione fiscale da parte dei commercianti dopo la proposta (poi bocciata dall’Europa) di prevedere multe per chi rifiuta pagamenti con il pos solo oltre i 60€.
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