Fai attenzione a questa modifica: dopo questa sentenza tantissimi perderanno l’assegno divorzile. È allarme rosso
Il nostro Paese è tristemente famoso per via della presenza di una burocrazia eccessiva che rallenta e a volte blocca processi e provvedimenti che hanno a che fare con la pubblica amministrazione e i cittadini. Si tratta di un vero e proprio tema su cui si dibatte da anni e che rappresenta molto spesso un’ulteriore difficoltà per molti cittadini.
Proprio per questo è molto importante rimanere sempre informati su quelle che sono le modifiche riguardo la burocrazia italiana, per non rincorrere in pericoli e rinunce. In questo articolo, infatti, portiamo alla tua attenzione una recente modifica molto importante a cui dovrai pensare. Dopo questa sentenza della Cassazione, infatti, in tantissimi perderanno l’assegno divorzile. Si tratta di un vero e proprio allarme rosso.
Molto spesso la vita di due persone che hanno deciso di separarsi continua con grandi difficoltà dovute a litigi, incomprensioni e dispetti. Nei casi peggiori, infatti, subentra un giudice, il quale dovrà decidere chi delle due parti ha ragione o comunque dare delle indicazioni precise su come procedere, anche a livello economico, il rapporto di ex coniugi.
Una situazione che viene complicata ulteriormente quando i due ex coniugi hanno figli migliori o vi è omissione di dovere da parte di uno dei due. È questo il caso dell’obbligo di versamento di quelli che vengono comunemente chiamati “alimenti”. Si tratta del sostegno economico che viene dato ad una delle parti. Tuttavia, bisogna fare attenzione perché dopo questa sentenza tantissimi perderanno l’assegno divorzile.
A seguito dell’Ordinanza 36802/2022 emessa dalla Corte di Cassazione, viene confermato il parametro fondamentale per decidere riguardo l’assegno da concedere ad uno dei due ex coniugi divorziati. Si tratta dell’analisi delle spese del coniuge, oltre alla possibile esistenza di altre forme di reddito. La sentenza della Cassazione è stata emessa a seguito del caso di una donna che chiedeva il riconoscimento di un assegno divorzile dopo aver perso il lavoro. La donna era infatti stata licenziata e non riusciva a trovare lavoro.
Tuttavia, secondo le analisi la donna non si è attivata in maniera adeguata nella ricerca di un lavoro, oltre a mantenere comunque uno stile di vita considerato superiore a quello che viene indicato nell’indennità di occupazione. Le spese effettuate con la carta di credito, infatti, dimostravano come la donna poteva disporre di un’inattesa solidità economica, superiore rispetto a quanto dichiarato dalla stessa.
In questo caso, dunque, la Corte ha visto in questi elementi una chiara evidenza dell’esistenza di una fonte di reddito non dichiarata dalla donna. Quindi, secondo i giudici, la richiesta di assegnazione di un assegno divorzile veniva dichiarata ingiusta. Vi sarà d’ora in avanti, quindi, una maggiore attenzione da parte di chi deve decidere a quelle che sono le reali dinamiche della vita di due coniugi che hanno deciso di separarsi.
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