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Pensioni: 64 anni di età e 20 di contributi: 2023 tutti via dal lavoro, regole INPS

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Riccardo Magliano

Il nodo delle pensioni in questo paese è da diverso tempo un problema da risolvere. I tentativi di Quota 100 e Quota 102 si sono rivelati inconcludenti e adesso occorre trovare nuovi modi per mandare la gente in pensione senza che debbano aspettare fino quasi alla fine della loro vita. Alcune modifiche finiscono addirittura per danneggiare misure preesistenti che potrebbero essere appetibili.

presso un patronato
in pensione a 64 anni
ilovetrading.it

Una cosa che verrà pesantemente penalizzata dalla nuova legge pensionistica del 2023 sarà la possibilità di esercitare il computo della Gestione Separata. Utilizzare il computo della Gestione Separata era, almeno fino a quest’anno, un modo ottimo per accumulare contributi e andare in pensione anticipatamente. Già il fatto che ci stiamo pian piano allontanando da quel fatidico 1996 rende l’operazione sempre più difficile, visto che non ci saranno gradualmente più persone ad aver pagato contributi prima di quell’anno.

In più a questo, i criteri di accesso al computo della Gestione Separata stanno venendo messi a dura prova dalla nuova legge sulla pensione e dalle rivalutazioni. In quest’ultimo caso il problema va fatto risalire all’aumento dell’inflazione. Questo è un peccato, perché grazie al computo della Gestione separata è possibile andare in pensione anche prima del tempo. Se adesso la legge Fornero prevede che in Italia si vada in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi, grazie al computo della Gestione Separata è possibile andare in pensione a 64 anni. Un bel vantaggio per tutti.

Computo della Gestione Separata, chi e quando può esercitarlo

Per esercitare il computo della gestione separata occorre soddisfare una serie di requisiti molto specifici:

  • aver versato contributi prima del 1996;
  • avere meno di 18 anni di contributi versati prima del 1996;
  • avere almeno 5 anni di contributi versati a partire dal 1996;
  • avere almeno 15 anni di contributi totali;
  • avere una posizione aperta nella Gestione Separata con contribuzione versata.

Se si soddisfano questi 5 requisiti, tuttavia, c’è un’altra barriera da superare, decisamente più insidiosa e che taglia fuori un sacco di persone. Per andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi è necessario un ulteriore requisito che comprende l’assegno pensionistico. L’assegno pensionistico, infatti, deve essere di almeno 2,8 volte l’assegno sociale INPS. Se non si soddisfa anche questo requisito non è possibile eseguire il computo della gestione separata.

coppia di pensionati
in pensione a 64 anni
Foto Pixabay – ilovetrading.it

Il problema è che l’assegno sociale INPS cambia a seconda di quanto valgono le pensioni. Questo significa che, come accade con le pensioni, anche l’assegno sociale subisce la rivalutazione annuale per l’adeguamento al livello dell’inflazione. Nel 2022 l’assegno sociale INPS vale 468 euro. Questo significa che per esercitare il computo della gestione separata occorre un assegno pensionistico che arrivi o superi i 1.310 euro al mese. L’anno prossimo, però, ci sarà la rivalutazione delle pensioni del 7,3%, quindi l’assegno sociale INPS salirà a 502 euro. Di pari passo aumenterà anche la pensione anticipata richiesta per il computo, precisamente a 1.406 euro al mese.

Come affrontare la situazione

Per tutti coloro che stanno pensando di esercitare il computo della gestione separata e hanno controllato di soddisfare tutti i requisiti consigliamo di fare prima una simulazione della propria pensione presso un patronato. In questo modo potrete essere tranquilli sul fatto che potrete esercitare il computo e andare in pensione a 64 anni. Sarebbe meglio anche perché, qualora non esercitaste il computo della gestione separata rientrereste di diritto nella pensione a calcolo misto, che è sempre più alta rispetto alla pensione calcolata con metodo contributivo.

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