L’INAIL nel 2023 verserà davvero ricche cifre agli italiani perché sta arrivando una vera e propria rivoluzione che finalmente riconosce quanto la vita sedentaria dell’ufficio possa fare male alla salute.
Lavorare in ufficio significa negli anni vedere fortemente compromessa la propria salute ed è giusto che l’INAIL eroghi forti cifre ai lavoratori. Come sappiamo la figura del lavoratore italiano oggi al centro di una rivoluzione. Da un lato Giorgia Meloni vuole aumentare gli stipendi dei lavoratori ma dall’altra parte i lavoratori sono sempre meno tutelati perché i sindacati stanno accettando condizioni lavorative sempre più dure.
Il lavoro povero la fa da padrone e il lavoro precario purtroppo è tremendamente diffuso. Ma oltre a questi problemi c’è proprio il fatto che quando si lavora in ufficio si sta per tante ore in posizioni assolutamente sbagliate e queste possono provocare tanti problemi di salute. In sostanza è proprio l’articolo 2087 del codice civile ad imporre all’imprenditore la tutela con tutti i mezzi necessari della salute fisica e mentale dei propri lavoratori.
Quindi il codice civile non consiglia semplicemente al datore di lavoro di avere un occhio di riguardo per la salute fisica e mentale del dipendente ma pone in capo al datore di lavoro un vero e proprio obbligo di legge affinché il dipendente non subisca danni alla salute fisica e mentale per quanto riguarda il lavoro. Purtroppo però i danni che il dipendente subisce sul lavoro sono veramente tantissimi.
Basti pensare al mobbing o allo stalking che sono estremamente diffusi sul mondo del lavoro e il datore di lavoro ne deve rispondere per legge. Ma sono anche le malattie derivanti dallo stress da lavoro che devono essere evitate dal datore di lavoro e che devono essere proprio risarcite dall’INAIL. Infatti il tribunale di Reggio Calabria con la sentenza recentissima numero 1927 è andato a compiere una vera e propria rivoluzione che oggi si applica a tutti i lavoratori italiani.
Infatti quando a causa della posizione sedentaria sul lavoro arrivano dolori alla schiena oppure al collo ecco che l’INAIL deve indennizzare il lavoratore. Proprio nel caso dibattuto davanti al tribunale, un operatore di esercizio che era presso un’azienda di trasporto aveva sviluppato forti dolori alla zona lombare della schiena. Come sappiamo la zona lombare della schiena è sempre esposta al rischio quando si tengono posizioni sbagliate o quando si sollevano carichi molto pesanti.
Ma c’è di più perché questo lavoratore aveva anche cominciato a sviluppare forti dolori al tratto cervicale. Quindi dolori alla zona lombare e quelli al tratto cervicale sono stati esaminati attraverso appositi studi medici che hanno evidenziato un’ernia del disco. Il tribunale ha disposto che in questo caso c’è una connessione diretta tra la malattia professionale e il danno ricevuto.
Quindi l’INAIL è stata proprio costretta da questo tribunale a pagare una forte indennità a questo lavoratore. In sostanza c’è sempre da dire che quando c’è una connessione tra il lavoro e la malattia professionale, l’INAIL deve sempre risarcire il lavoratore e questa importante sentenza lo ribadisce con ancora maggiore forza. Quindi se il lavoratore ha sviluppato una malattia professionale proprio a causa del mobbing o anche di posture assolutamente sbagliate ecco che può ricevere una bella somma.
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