Altre importanti novità per gli aspiranti pensionati nel 2023. Le modifiche alla legge pensionstica permettono di sfruttare un noto meccanismo per avere contributi gratis per uscire dal mondo del lavoro. Si può fare riscattando gli anni della preparazione universitaria, ma in un modo nuovo che potrebbe rivoluzionare le cifre del vostro assegno pensionistico.
Il riscatto dei contributi permette di aumentare il montante contributivo necessario per raggiungere la pensione. Consiste nella possibilità per il lavoratore di coprire i periodi contributivi scoperti, come quello universitario o per lavoro all’estero. In questo modo è possibile incrementare il montante contributivo coprendo i periodi scoperti, senza che sia stata versata contribuzione. Non vi era l’obbligo del versamento contributivo sugli anni di studio che possono venire riscattati come contributi aggiuntivi e sono state introdotte particolari disposizioni legislative. Il riscatto è sempre a titolo oneroso e si perfeziona con il pagamento di un onere di riscatto.
Il riscatto serve in particolare per quei lavoratori vicini all’età della pensione o che vogliono andare in pensione, ma che non hanno ancora maturato sufficienti anni di contributo per potervi accedere. In alternativa uno scenario comune è un lavoratore prossimo alla pensione che voglia accrescere il proprio montante contributivo per avere un assegno pensionistico più alto. In entrambi i casi è possibile riscattare i contributi degli anni di formazione universitaria come se fossero anni di lavoro su cui abbiano pagato i contributi.
Riscatto dei contributi, la salvezza per i professionisti
Questo meccanismo apre molte importanti possiblità per i professionisti a partita iva, che sono i soggetti che più facilmente si ritrovano senza abbastanza anni di contributi per poter arrivare alla pensione. Il riscatto può essere però effettuato da qualunque categoria di lavoratore. Tutto parte dal presupposto che il percorso di studio sia stato portato a compimento e che il lavoratore che richiede il riscatto abbia effettivamente conseguito un titolo di studio. In questo caso è possibile pagare il corrispettivo del riscatto all’INPS per poter calcolare anche gli anni di università nel conto complessivo dei contributi versati per poter accedere alla pensione.
Per i professionisti regolarmente iscritti all’albo, come detto, la cosa è molto vantaggiosa per la loro particolare condizione contributiva. In una recente circolare dell’INPS, l’ente ha spiegato che per costoro c’è una possibilità di doppio riscatto degli anni di università, sia con l’INPS stessa che con la cassa previdenziale di iscrizione dell’ordine professionale.
Doppio riscatto, ma solo se consentito
La circolare dell’INPS specifica quindi che un professionista ha, a partire dall’anno prossimo, molte più possibilità di accedere ad una pensione alta grazie al meccanismo del riscatto dei contributi. Il contro di questa possibilità è che vale solo unilateralmente. Nella stessa circolare l’INPS sottoliena come la cassa previdenziale dell’ordine professionale possa non concedere il riscatto dei contributi qualora siano già stati riscattati altrove.
Quindi, in maniera piuttosto convoluta, l’INPS permette di riscattare il doppio degli anni di contribuzione per gli anni di studio, in modo da avere una pensione più alta, ma la casa previdenziale dell’ordine non è obbligata a fare lo stesso se quegli stessi contributi sono già stati riscattati altrove. Si apre quindi una possibilità univoca: il professionista dovrebbe riscattare gli anni di contribuzione dalla cassa previdenziale dell’ordine per prima, e in un secondo momento riscattare di nuovo tramite l’INPS. Così si evitano problemi.