Una battuta che viene fatta spesso in ambito di divorzio è che non conviene a causa dei costi. In molti, tuttavia, non hanno esattamente idea di cosa effettivamente comporti un divorzio consensuale. Spesso si parla per sentito dire, o per esperienza di qualcun altro. Andiamo a vedere quanto c’è di vero in quello che si sente in giro.
Procedere con un divorzio può non essere una cosa semplice. Come ogni cosa che comporta un accordo tra due parti, la questione può risolversi in maniera molto semplice, se le parti riescono a mettersi d’accordo in maniera autonoma la faccenda si risolve da sola, se non c’è un accordo chiaro, le cose si complicano. Questa dinamica si riflette anche sui costi del divorso: più una coppia non riesce ad occordarsi sui termini del divorzio, più serve l’intervento di ulteriori negoziatori, e quindi partono più soldi.
In questo caso parliamo di un divorzio consensuale o congiunto, in cui le due parti si accordano sui termini del divorzio da pari. I costi, come detto, sono variabili e dipendono dalla metodologia scelta. Si va da un minimo di 16 euro a un massimo di 3.000.
I modi per divorziare, queste le possibilità del 2023
I modi per divorziare sono molti e tutto dipende dalla situazione della coppia e dalla loro volontà di venire ad un accordo sulla divisione in tempi brevi. Si può essere una coppia che decide consensualmente di divorziare, avere già tutto l’accordo ben chiaro in testa e dover soltanto firmare un foglio, mentre altri avranno bisogno di più passaggi. Una delle problematiche più grandi è se ci sono in mezzo dei figli.
Divorzio consensuale in Comune
La forma di divorzio più semplice ed economica è il divorzio consensuale in Comune. Alla coppia basta prendere appuntamento presso il proprio Comune di residenza e firmare il loro accordo di divorzio davanti al sindaco. Si tratta di una forma che può essere adottata solo nel caso non ci siano in ballo dei figli, altrimenti non è possibile adottarla. Il costo è soltanto quello del documento, ovvero 16 euro.
Divorzio consensuale con negoziazione assistita
Quando la coppia che intende divorziare ha figli o non ha un accordo preciso in mente, il divorzio in Comune diventa impossibile. In questo caso si passa alla negoziazione assistita tramite gli avvocati di entrambe le parti, che dovranno negoziare un accordo tra le parti. Purtroppo in questo caso la presenza degli avvocati è necessaria e la loro parcella fa aumentare enormemente i prezzi del divorzio.
Si può andare da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro, a seconda del numero di incontri che occorrono per il raggiungimento di un accordo. Non sono richiesti prezzi per:
- pagamento di bolli;
- contributo unificato per il rilascio di autorizzazione o del nullaosta da parte del Pm;
- imposta di registro o altro tassa se le disposizioni patrimoniali dell’accordo di divorzio sono funzionali alla risoluzione della crisi coniugale;
- tasse.
Divorzio consensuale davanti a un giudice
Infine c’è la possibilità di divorzio davanti a un giudice. Per questa forma non è obbligatoria la presenza di avvocati, ma potrebbero essere comunque tirati in ballo in caso ci siano delle problematiche economiche da risolvere. Anche in questo caso la presenza dell’avvocato è necessaria in caso di figli minori o non autosufficienti, ma a differenza della forma precedente, l’avvocato è uno solo per entrambe le parti. Quindi il costo sarebbe diviso tra le due parti, mentre gli altri costi sono soltanto il contributo unificato da 43 euro e i documenti per la procedura.