La pensione di vecchiaia anticipata sarebbe ottima per molte persone, ma potrebbe rimanere un miraggio. I requisiti per l’accesso alla pensione anticipata nel 2023 saranno particolarmente stringenti a causa di alcune problematiche di bilancio dello Stato. Le pensioni anticipate, infatti, costano moltissimo allo Stato italiano e devono essere tenute al minimo per evitare di spendere troppi soldi pubblici.
Premettiamo una cosa: i questo articolo non parliamo delle forme di pensione anticipata come Quota 103, Opzione Donna o Ape Sociale, ma solo di pensione di vecchiaia. Può sembrare strano pensare a una pensione di vecchiaia anticipata, ma basta fare un salto indietro nel tempo di 10 anni per vedere quanto l’età per la pensione di vecchiaia sia aumentata. Una volta andare in pensione a 60 anni non era poi così raro, mentre oggi l’età minima per ritirarsi con la pensione di vecchiaia e quindi l’assegno più alto, è di 67 anni.
Precisamente la legge pensionistica italiana, la legge Fornero, prevede che per andare in pensione di vecchiaia un lavoratore debba aver compiuto 67 anni di età e 20 anni di contributi versati all’INPS o a un’altra forma previdenziale. Andare in pensione di vecchiaia prima di queste condizioni è estremamente difficile. La legge lo prevede in pochissimi e specificissimi casi, per questo esistono anche le forme di pensionamento anticipato. In questo modo si vuole permettere ai lavoratori di ritirarsi e creare così nuovi posti di lavoro con un impegno economico dello stato minore che semplicemente ridurre i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Come si va in pensione prima? Il caso delle pensioni ai malati
L’unica eccezione prevista dalla legge Fornero per quanto riguarda i requisiti di accesso alla pensione sono handicap gravi. Ci sono dei casi di handicap particolarmente gravi e debilitanti che possono permettere ad un lavoratore che ne soffre di andare in pensione in anticipo rispetto a quanto riportato sulla legge. Queste eccezioni, tuttavia, si applicano soltanto ai lavoratori dipendenti del settore privato.
- Il primo caso di pensionamento anticipato è per i portatori di handicap pari o superiori all’80%. In questo caso l’età minima per la pensione scende a 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne. In entrambi i casi permane l’obbligo di avere alle spalle almeno 20 anni di contributi versati.
- Secondo caso è quello dei portatori di handicap pari o superiore al 74%. In questo caso le condizioni di pensionamento anticipato si alzano: 63 anni di età anagrafica e 30 anni di contributi versati per tutti, indipendentemente dal sesso.
- Infine esiste il caso delle persone che soffronto di handicap superiori al 66%. In questo caso il lavoratore ha diritto all’assegno di invalidità ordinaria se ha accumulato almeno 5 anni di contribuzione di cui 3 versati durante i 5 anni precedenti.
Casi estremi, invalidità del 100%
Esiste, per concludere, un sezione che spiega come ci si comporta con chi è totalmente inabile al lavoro. Per questo persone viene riconosciuta l’invalidità del 100% ed è stato pensata una forma di prepensionamento per coloro che non hanno mai versato contributi. Questo è stato fatto per andare incontro a quelle persone che sono nate con inabilità del 100% e non sono mai state in grado di lavorare. Costoro possono contare o su una pensione di invalidità civile per invalidità almeno al 74% o 100%