Arriva una novità veramente clamorosa ed imprevista sul mondo delle pensioni e cioè l’aumento delle pensioni ogni tre mesi.
Si tratta effettivamente di una novità assoluta per il mondo pensionistico e cerchiamo di capire come funziona. Da quando si è insediato il governo Meloni sta cercando di intervenire su tanti punti della pubblica amministrazione per cercare di migliorare alcuni aspetti ritenuti carenti o proprio problematici.
Se è vero che il governo Meloni si è concentrato soprattutto su una spinta propulsiva nei confronti della natalità e anche sul cercare di compensare i terribili aumenti sulle bollette è anche sulle pensioni che il governo Meloni si sta mettendo particolarmente all’opera.
Pensioni adeguate molto spesso: una bella novità
Come sappiamo le pensioni del 2023 saranno notevolmente diverse da quelle attuali. Tante cose possono cambiare e ormai le linee guida delle nuove pensioni appaiono piuttosto chiare tra conferme sostanzialmente piane e novità che stanno facendo molto discutere sia in positivo che in negativo. Ma una proposta sicuramente molto originale è quella della rivalutazione delle pensioni ogni tre mesi.
Cerchiamo di capire come funziona questo meccanismo. Attualmente le pensioni si rivalutano ogni anno. Infatti proprio a gennaio del 2023 dovrebbe arrivare la perequazione delle pensioni per l’anno prossimo. Proprio la perequazione delle pensioni per il 2023 sarebbe particolarmente ricca.
Cosa cambia per i pensionati
Infatti proprio grazie alla perequazione delle pensioni del 2023 i pensionati dovrebbero arrivare ad avere oltre il 7% in più sul cedolino. Parliamo di una cifra comunque più bassa rispetto al 12% dell’inflazione reale ma comunque l’aumento è forte. Ma quello che punta a fare Giorgia Meloni è qualche cosa di più della semplice perequazione che si ha ogni anno.
Siccome l’inflazione fluttua in una maniera molto forte ultimamente, Giorgia Meloni ha avuto un’idea certamente molto originale ma che può essere anche molto utile per i pensionati. Infatti l’esecutivo meloni vorrebbe trasformare profondamente la perequazione.
Una perequazione ogni tre mesi: molto utile
La nuova perequazione prevista dall’esecutivo sarebbe una perequazione non annuale ma trimestrale. Questo vuol dire che ogni tre mesi la pensione potrebbe essere aggiornata all’inflazione. Concretamente questo vuol dire che anche quei pensionati che all’inizio del 2023 hanno percepito una perequazione non decisamente proporzionale all’inflazione possono sempre sperare che dopo tre mesi o anche dopo sei mesi gli aggiustamenti progressivi portati dall’INPS possano far arrivare effettivamente le loro pensioni ad una cifra più adeguata all’attuale elevato costo della vita.
Sostanzialmente una pensione e soprattutto una pensione molto bassa avrebbe un arco temporale molto più basso per vedersi riconosciuti quegli aumenti che le permetterebbero di essere più concretamente utile al pensionato che la percepisce. Molti stanno valutando con grande favore questa idea e la speranza è che effettivamente possa confluire nella riforma pensionistica.