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Riforma pensioni tutta da rifare UE boccia manovra “perdi tanto”

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Riccardo Magliano

Il nodo delle pensioni per il nuovo anno è estremamente importante per il Governo. Non solo è un argomento sul quale si è giocata gran parte della campagna elettorale da tutti gli schieramenti, ma anche per il grande impatto che questa nuova legge elettorale dovrà avere sulla popolazione italiana. La riforma delle pensioni, tuttavia, sta venendo criticata aspramente in Europa.

Commissione europea
riforma delle pensioni bocciata in Europa
ilovetrading.it

Siamo ben consci dell’attenzione che tutta la politica italiana ha messo sul tema delle pensioni. Il problema di una legge pensionistica capace di sostituire la fallimentare Quota 102 ha occupato gran parte della legislazione di Mario Draghi e adesso la patata bollente è passata a Giorgia Meloni. Con la Legge di Bilancio 2023 abbiamo visto quali sono le modifiche portate dal Governo italiano con la riforma delle pensioni.

L’estensione di Quota 41, con il pensionamento anticipato a coloro che arrivano ai 41 anni di contributi, era una misura che aleggiava tra le aule delle istituzioni da tempo. La sua presenza nel testo finale presentato con la Legge di Bilancio ha fatto alzare più di un sopracciglio. La misura era già stata ampiamente criticata durante la legislazione Draghi. Invisa all’ex premier, Quota 41 era qualcosa che si auguravano sia i sindacati dei lavoratori che, sopratutto, la Lega. Questa misura di pensionamento anticipato dovrebbe, in teoria permettere a chi ha lavorato per 41 anni pagando regolarmente i contributi, di andare in pensione anticipatamente. In questo modo si può permettere un più facile cambio generazionale nel mondo del lavoro.

Le critiche a Quota 41, in Italia e in Europa

Fin dalla sua prima formulazione, Quota 41 era stata oggetto di critiche feroci da più parti. Oltre a Mario Draghi, anche Pasquale Tridico, direttore dell’INPS, aveva sottolineato come la misura avrebbe portato ad un eccesso di esborsi da parte dello Stato. Il direttore si è quindi augurato che non venisse fatta questa scelta per la nuova riforma delle pensioni. Con il tempo che stringe, però, Giorgia Meloni e i suoi alleati hanno proseguito per la loro strada, aggiungendo nella legge di bilancio 2023 questa misura come parte delle spese di bilancio del prossimo anno.

Una volta che il piano è stato presentato alla Commissione Europea di Bruxelles, la riforma delle pensioni italiana è stata, prevedibilmente, criticata in maniera aspra e del tutto bocciata dai vertici dell’Unione Europea.

meloni, von der leyen e tajani
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Bocciatura europea, addio alla pensione anticipata

La possibilità di avere una pensione anticipata per gli italiani non è stata presa minimamente in considerazione dai vertici dell’Unione. Il problema rilevato dalla Commissione Europea è lo stesso già considerato da Tridico: l’eccessiva spesa pubblica affidata alle pensioni. Secondo la Commissione Europea una legge pensionistica italiana che rispetti i loro criteri dovrebbe attenersi ad un ritorno in pianta stabile alla sola legge Fornero, quindi con la pensione di vecchiaia per i lavoratori con almeno 67 anni di età anagrafica e almeno 20 anni di contributi alle spalle.

Non sono state ammesse misure di pensionamenti anticipati al Governo Meloni così come non erano state approvate le misure di pensionamento anticipato dei governi precedenti, in particolare dei due governi Conte. Oltre a Quota 41 (ribattezzata Quota 103 nella Legge di Bilancio), ci sono critiche anche per quanto riguarda la proroga di Opzione Donna, che secondo la Commissione ha una platea di utenti troppo bassa per il costo della misura.

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