Un nodo estremamente complesso che il nuovo Governo Meloni ha dovuto affrontare immediatamente è quello delle pensioni. Come sappiamo, il 31 dicembre scade il periodo di validità di Quota 102 e occorre trovare un sistema di uscita dal mondo del lavoro valido che sostituisca la legge del Movimento 5 Stelle e della Lega varata ai tempi del Conte I.
Mario Draghi ha impiegato tutta la sua legislazione per dibattere con i rappresentanti dei sindacati sul tema delle pensioni. Con l’annuncio della cancellazione di Quota 102 alla fine del suo naturale ciclo di sperimentazione si è aperto il problema di trovare una legge pensionistica che lo sostituisca nel non facile compito di garantire un pensionamento anticipato ai lavoratori e un naturale ricambio generazionale nel mondo del lavoro. Dopo i continui problemi nelle trattative tra Draghi e i sindacati, si è arrivati alle nuove elezioni, e le cose sono migliorate.
Le posizioni di Giorgia Meloni e del centrodestra tutto sono molto più vicine a quelle dei sindacati rispetto che Mario Draghi e il suo Governo. Era lecito pensare a una velocizzazione dei tempi di decisione e così è stato. Per il 2023 è stata confermata la misura di Quota 41, ovvero della possibilità per il lavoratori di andare in pensione anticipata una volta completati i 41 anni di contributi versati. Il contro di questa misura è che per tutto il tempo che trascorre tra il pensionamento anticipato e il raggiongimento dell’età necessaria per la pensione di vecchiaia regolare, l’assegno pensionistico sarà ridotto.
L’alternativa fino a fine anno
Tuttavia non a tutti gli aspiranti pensionati serve aspettare il 41esimo anno di contribuzione per andare in pensione. Il punto di tutta questa manovra economica è che Quota 41 sarà attiva in Italia solo a partire dal 1 gennaio 2023. Prima di quella data è ancora attiva Quota 102, con tutte le possibilità del caso. Nella fattispecie le possibilità sono per chi compie il 38esimo anno di età contributiva entro il 31 dicembre 2022, ultimo giorno di validità di Quota 102.
Fino a quella data sono ancora in vigore tutti i regolamenti di Quota 102, quindi qualcuno che, ragionando per assurdo, compie 64 anni di età anagrafica e finisce di pagare il 38esimo anno di contributi alle 23:59 del 31 dicembre, può andare in pensione con Quota 102, senza aspettare di arrivare ai requisiti temporali del nuovo regolamento. Se fosse questo il caso, sarebbe possibile richiedere il pensionamento anticipato tramite Quota 102 anche l’anno prossimo, senza incorrere in problemi.
Novità meno favorevoli
Questi che possono utilizzare Quota 102 anziché Quota 41 per ottenere il loro pensionamento anticipato possono essere definiti fortunati. Le condizioni di pensionamento di Quota 102 sono infatti più favorevoli rispetto a quelli di Quota 41, anche soltanto per il fatto di dover lavorare ancora per 3 anni per andare in pensione anticipata con il metodo dell’anno prossimo.
L’unica cosa che non cambierà sarà l’assegno ridotto per chi va in pensione prima del tempo. Il pensionamento anticipato ha connesso un abbassamento dell’assegno pensionistico, in quanto calcolato in maniera diversa rispetto alla normale pensione di vecchiaia. Anche nel caso di pensionamento anticipato con Quota 102, infatti, si andrà in pensione con un assegno più basso, in attesa del compimento dei 67 anni, quando l’assegno aumenterà per il passaggio di fascia.