Il compito di arginare questa altissima inflazione teoricamente spetterebbe alle banche centrali ma in realtà molti ritengono che poi sarà effettivamente la recessione a occuparsi di questo sporco lavoro.
La banca Centrale Europea e la Federal Reserve dall’inizio di questo 2022 si sono ritrovate alle prese con un’inflazione sempre più elevata. Inizialmente le due banche centrali hanno fatto spallucce rispetto a questa situazione e oggi le polemiche per questo loro iniziale disinteresse si sprecano. Infatti all’inizio del 2022 le due banche centrali si erano dette convinte che l’inflazione sarebbe stata un fenomeno transitorio.
Ma l’inflazione è cresciuta regolarmente durante questo 2022 fino a toccare vette che non si registravano da quarant’anni. Con un’inflazione così elevata chiaramente le banche centrali hanno corretto il tiro e hanno cominciato ad aumentare i tassi. Proprio nelle ultime settimane erano arrivati i dati incoraggianti sull’inflazione dagli Stati Uniti.
Infatti nelle ultime settimane si erano diffusi dati che parlavano di un inflazione che per la prima volta stava un po’ diminuendo. Questo aveva spinto molti a ritenere che le banche centrali si sarebbero ammorbidite sul rialzo dei tassi ma sia la Banca Centrale Europea che la Federal Reserve invece hanno continuato con durezza l’aumento dei tassi. Come è noto le banche centrali hanno canali di dialogo sotterranei e non noti al pubblico.
Questo permette alle banche centrali di muoversi sempre in modo coordinato ed infatti è anche questo che stanno facendo in questo periodo. Le varie banche centrali si stanno muovendo in modo assolutamente coordinato per aumentare con forza i tassi e scongiurare l’inflazione. Ma secondo molti in realtà a scongiurare l’altissima inflazione purtroppo ci penserà proprio la recessione.
Per capire questo basta seguire i costi delle materie prime energetiche e non. Analizzando le quotazioni delle varie materie prime prezzate sui mercati internazionali ci si rende conto che l’aumento dei tassi o anche solo l’annuncio dell’aumento dei tassi da parte delle banche centrali hanno un effetto praticamente nullo sulle quotazioni. Al contrario è proprio quando arrivano dati concreti sulla recessione che le quotazioni delle materie prime subiscono delle flessioni alle volte anche forti.
Quindi questo significa una cosa soltanto. Significa che l’inflazione probabilmente sarà colpita al cuore proprio dalla recessione e non tanto dall’aumento dei tassi. Sicuramente le banche centrali fanno bene ad aumentare i tassi anche se questo significa creare un mucchio di problemi a famiglie ed aziende ma in definitiva l’inflazione si ridurrà quando la società sarà devastata dalla recessione.
Infatti in parole povere recessione vuol dire che le famiglie cominciano realmente a comprare di meno e che tante aziende chiudono. Con tante aziende che chiudono e con le famiglie che contraggono al massimo i consumi ecco che l’offerta supererà fortemente la domanda e quindi i prezzi non potranno che scendere.
Quindi il vero antidoto all’inflazione, purtroppo, secondo molti è proprio la recessione ed ecco perché le banche centrali non hanno paura a scatenare la recessione consapevoli che esse direttamente possono fare ben poco.
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