Arriva un nuovo allarme sul fronte delle pensioni. Addirittura la nuova uscita a 58 anni potrebbe ritardare di nove anni la liquidazione del TFS e per gli italiani chiaramente può essere una gravissima stangata.
Il governo di Giorgia Meloni è fortemente impegnato sulla riforma delle pensioni. Infatti la riforma delle pensioni è uno dei temi più caldi in questo momento ma chiaramente si tratta di una riforma non facile. Da un lato gli italiani vorrebbero uscire dal lavoro in maniera semplificata ma dall’altro le casse dell’INPS non possono reggere a scivoli pensionistici troppo semplificati. Il problema più grosso riguarda proprio opzione donna.
Opzione donna è sempre stata una via d’uscita dal lavoro che è piaciuta molto ma teoricamente doveva finire nel 2022. Invece il governo Meloni ha pensato bene di prorogare opzione donna anche nel 2023. Infatti è proprio con la legge di bilancio del 2023 che opzione donna viene prorogata. Innanzitutto ci sono state tantissime polemiche per la questione dei figli.
Opziona donna diventa una stangata: vediamo perchè
In sostanza opzione donna del 2023 permette sempre di uscita anticipata ma Giorgia Meloni voleva che l’uscita anticipata forse differenziata in base ai figli. Infatti opzione donna del 2023 per come l’aveva inizialmente concepita il governo Meloni doveva consentire alle donne di uscire dal lavoro dai 58 ai 60 anni a seconda del numero dei figli ma anche proprio del fatto che fossero madri oppure no.
Opzione donna però è stata fortemente contestata da questo punto di vista. Infatti nella legge di bilancio o meglio nella bozza che era stata presentata alla stampa l’uscita a 58 anni era possibile solo per le donne che avevano avuto almeno due figli. Invece uscite a 59 anni erano previste soltanto per le donne che avevano avuto almeno un figlio, mentre invece le donne che non erano madri avrebbero dovuto andare in pensione a 60 anni.
Polemiche e la novità sul TFS
Ma le polemiche sono state fortissime perché questo sistema è stato ritenuto discriminatorio. Quindi oggi si ritiene che sostanzialmente questo meccanismo delle uscite differenziate in base al numero dei figli non confluirà nel testo definitivo di opzione donna.
Ma il problema più grosso sono proprio le disastrate casse dell’INPS. Infatti oggi gli esperti del mondo pensionistico parlano con forza di un’uscita a 58 anni per le donne ma il tfs non si avrebbe subito ma si avrebbe regolarmente ai 67 anni. Quindi l’ipotesi che oggi sembra più accreditata è proprio quella di un’opzione donna confermata nel 2023 e con i 58 anni validi per tutte le donne a prescindere dal numero dei figli.
Il TFS probabilmente arriverà anni dopo per non gravare troppo sull’INPS
Però la penalizzazione si sarebbe sul tfs. Infatti il tfs sarebbe riconosciuto normalmente ai 67 anni come se la pensione anticipata non fosse mai esistita. Vedremo se effettivamente questo confluirà nel testo definitivo di opzione donna nel 2023, ma sicuramente le polemiche non mancheranno.