Arrivano profonde novità per quello che concerne l’assegno unico universale.
L’assegno unico universale è stata la grande scommessa del governo Draghi perché per la prima volta tutte le famiglie italiane a prescindere dal reddito o da qualsiasi altra considerazione ricevevano una cifra effettivamente universale per poter badare ai propri figli.
L’assegno unico universale sembra quasi (anche nel nome) richiamare il favoloso reddito di base universale ma ovviamente si tratta di una misura profondamente diversa. Con l’assegno unico universale sono stati cancellati quasi tutti i bonus pre-esistenti ma il governo Draghi ha voluto dimostrare in questo modo una grande attenzione alle famiglie con i figli e anche il desiderio di contrastare il vero e proprio crollo della natalità.
Ma il crollo della natalità è assolutamente al centro dell’azione del nuovo governo Meloni e quindi chiaramente non deve stupire se proprio Giorgia Meloni sull’assegno unico prevede novità veramente importanti. Innanzitutto arriva lo stop al rinnovo delle domande e quindi da gennaio cambiano tante cose. In sostanza dal 2023 per chi ha già ricevuto l’assegno unico, l’INPS provvederà a liquidarlo in modo automatico.
Tuttavia questa automatismo tanto sbandierato dal governo è meno utile e meno concreto di quello che sembra e cerchiamo di capire il perché. In teoria il fatto che l’assegno unico arrivi senza neppure dover ripresentare la domanda ogni singolo anno sembrerebbe un passo in avanti e anzi qualcosa di prodigioso per la demenziale e contorta burocrazia italiana, ma non cantiamo vittoria troppo presto, perché in realtà per la maggior parte delle famiglie la richiesta la dovrà fare comunque.
Infatti nel 2023 l’INPS dal primo marzo comincerà ad erogare la seconda annualità dell’assegno unico. Andrà ad erogarla tutte quelle famiglie che tra il gennaio 2022 ed il febbraio 2023 abbiano presentato domanda. Quindi in teoria l’INPS non richiederebbe una seconda domanda per poter erogare l’assegno unico anche nel 2023.
Sicuramente questa novità va nel senso della semplificazione perché tanti non dovranno presentare la nuova domanda. Invece dovranno presentarla tutte quelle famiglie che non hanno mai beneficiato dell’assegno unico oppure chi magari ha presentato istanza nell’arco dell’ultimo anno ma non se l’è vista accogliere dall’INPS.
In sostanza l’anno prossimo basterà semplicemente rinnovare l’ISEE. Proprio l’INPS in una nota sottolinea come per tutte le domande presentate entro il 30 giugno del 2023 l’assegno viene riconosciuto a decorrere dal mese di marzo in modo assolutamente automatico. Tuttavia quello che le associazioni a tutela dei consumatori sottolineano e che non ci sarà bisogno di fare una nuova domanda soltanto se l’INPS è già in possesso del proprio ISEE familiare e se questo ISEE non è cambiato.
Ma per tutte quelle famiglie che non abbiano il proprio ISEE comunicato all’INPS o che abbiano un ISEE che è cambiato tra il 2022 e il 2023, il nuovo ISEE si dovrà richiedere comunque sia di nuovo. Tuttavia una volta rinnovato l’ISEE l’assegno unico comincerà ad essere erogato senza bisogno di una domanda apposita e questo comunque è un vantaggio.
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