Reddito di inclusione attiva. Si muovono i primi passi che porteranno alla cancellazione, nel 2024, del Reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza addio? Sembrerebbe proprio di si. Un’uscita lenta, ma inesorabile. Un 2023 con un profilo decisamente più basso e circoscritto, per arrivare poi ai saluti finali, e definitivi, che ci saranno nel 2024. Un addio scansionato da tappe precise. E per un reddito che sta per uscire, eccone un altro pronto al subentro.
Reddito di inclusione dentro? Anche in questo caso sembrerebbe proprio di si. E lo ha fatto chiaramente intendere il ministro del lavoro, Marina Calderone. Si profila, pertanto, una staffetta tra due redditi, due modalità di sostegno e di inclusione. Ma cosa cambia con l’arrivo del reddito di inclusione?
Reddito di inclusione attiva pronto a partire
La premier Giorgia Meloni lo aveva annunciato da tempo. Durante l’intera campagna elettorale pre – elezioni politiche del 25 settembre scorso che, una volta al governo, avrebbe provveduto a smantellare il reddito di cittadinanza. La misura contro lo povertà fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle dopo la vittoria alle elezioni politiche del 2018 non le è mai piaciuta poiché, se da un lato, ha combattuto la povertà, dall’altro è stata un autentico disastro per quanto riguarda l’entrata nel mondo del lavoro di chi ne era fruitore.
Passo dopo passo il piano del governo guidato dalla premier romana si fa sempre più chiaro. Il reddito di cittadinanza si sfilerà per lasciare il campo al reddito di inclusione. Questa è la ferma intenzione del ministro del lavoro, Marina Calderone. E quanto il reddito di cittadinanza sia una sorta di male da estirpare alla radice, il ministro ha spiegato che i percettori della misura pentastellata saranno oggetto di controlli sempre più severi per individuare chi non ne ha diritto.
Dalle parole del ministro del lavoro si evince la volontà del governo presieduto da Giorgia Meloni di spingere in una direzione che porti ad una riforma che ha come obiettivo primario “quello di intervenire sui bisogni e disagi legati quasi naturalmente alla condizione di povertà” al fine poi di creare i presupposti concreti per un inserimento lavorativo. L’unica, autentica maniera, secondo il ministro del lavoro, per raggiungere una vera autonomia economica e finanziaria da parte delle famiglie che ora beneficiano del sostegno. Ed è in tale contesto che il ministro ha citato il Rei, il reddito di inclusione.
Cosa cambia con il reddito d’inclusione
La nuova misura di inclusione attiva vuole andare oltre il reddito di cittadinanza. Si rivolgerà ai nuclei familiari in evidenti difficoltà economiche allargando la base dei potenziali fruitori andando a modificare quelle che sono le soglie delineate dal modello ISEE e le condizioni patrimoniali già previste per la richiesta del reddito di cittadinanza. Un progetto che si svilupperà nell’arco dei cinque anni della legislatura del governo Meloni.
Nel frattempo il cappio attorno al collo del reddito di cittadinanza si andrà sempre più stringendo. I percettori del reddito vedranno aumentare i controlli, soprattutto per coloro che hanno meno di 26 anni. La premier Giorgia Meloni lo aveva annunciato da tempo, il reddito di cittadinanza andrà cancellato. Si dice spesso che la coerenza sia la maggiore forza della premier uscita da trionfatrice alle ultime elezioni. E coerenza vuole che il reddito di cittadinanza sia cancellato. Prima o poi.