Conviventi non sposati. Che sia una scelta temporanea, in attesa anche di tempi migliori o se invece sia una scelta definitiva, vi può permettere di pagare pochissime tasse. Come? Ve lo diciamo noi.
Insieme al tema del perché in Italia non si facciano più figli, vi è quello riguardante i matrimoni. Non ci si sposa più, soprattutto in chiesa. Notizia che ha del clamoroso se si considera che l’Italia ha Roma non soltanto come capitale, ma come cuore pulsante della cristianità con il Vaticano. Ma è così. Ormai da anni, oltretutto.
Sposarsi in chiesa o davanti al sindaco della propria città, oppure non sposarsi affatto. Sono scelte importanti, che attengono esclusivamente ai componenti della coppia. Una decisione che si ripercuoterà anche a livello fiscale. Essere uniti “formalmente” oppure non esserlo comporta delle differenze al momento del pagamento dei tributi e delle agevolazioni.
Conviventi non sposati
Come in tutte le cose della vita, l’inizio è il momento più difficile. Muovere il primo passo che poi, si spera, permetterà di correre. E forse in nessun campo come in quello dell’amore il momento più difficile è proprio l’inizio. Perché per essere una coppia occorre, necessariamente, essere in due. Trovare la propria giusta metà è il lavoro più complicato. Una volta trovata la parte mancante per raggiungere la felicità e che si è finalmente costituita una coppia arriva il momento di decidere cosa fare da grandi. Matrimonio, in chiesa o con rito civile oppure coppia di fatto che convive, ma senza alcun riconoscimento “ufficiale”?
La scelta, che ha infiniti risvolti, ne ha anche uno di ordine fiscale, poiché una coppia di conviventi di fatto non ha diritto a tutte le agevolazioni fiscali di cui invece possono avvalersi le coppie unite con vincolo matrimoniale. Forse è l’aspetto meno considerato da coloro che valutano se legarsi in maniera ufficiale o no ma che, alla lunga può risultare importante. Occorre aggiungere che tra le coppie di conviventi di fatto e coppie sposate esistono ancora alcune differenze sia dal punto di vista legale che su quello prettamente legato al fisco.
Una prima differenza tra coppie sposate e coppie di conviventi riguarda la detrazione fiscale prevista per il coniuge a carico che vale per le coppie sposate ma non può valere per le coppie di conviventi. Vediamo insieme quali possono essere invece le reali opportunità di tagliare le spese fiscali per le coppie di conviventi, avvalendosi di detrazioni valide anche per la loro situazione. Ad esempio i bonus casa. Pertanto si può ristrutturare casa ed avvalersi anche del bonus mobili, portandosi in detrazione le spese sostenute per la casa, anche nel caso che l’abitazione risulti di proprietà dell’altro convivente.
Altre agevolazioni per le coppie conviventi
Anche le coppie conviventi con figli da quest’anno possono godere dell’Assegno unico universale, che ha cancellato di fatto sia le detrazioni in busta paga per i figli sia gli assegni familiari. Parimenti le coppie conviventi possono usufruire di detrazioni utili per ridurre l’esborso fiscale in riferimento alle spese sostenute per i figli per l’università, la mensa, le attività sportive.
Nel caso poi che la coppia di conviventi abbia acceso un mutuo per l’acquisto di una casa ed un solo convivente sostiene interamente la spesa, può usufruire della detrazione per entrambe le quote di interessi passivi, nel caso in cui l’altro convivente sia comproprietario dell’immobile.