Le materie prime oggi si muovono in modo piuttosto ondivago, ma il gas è in netta diminuzione.
Innanzitutto sulla diminuzione del gas pesa l’accordo tra i paesi dell’Unione Europea sul price cap. Ma è anche l’attesa della recessione economica a pesare sul gas. Dopo che le banche centrali hanno deciso di continuare l’aumento dei tassi e dopo che la recessione ormai sembra qualche cosa di scontato le quotazioni delle materie prime chiaramente ne risentono.
Ad Amsterdam il gas scende a 123 euro al megawattora segnando una flessione dell’8,4%. Anche il petrolio scende del 2,7% e in particolare il Brent cala del 2,6%. L’oro segna un leggero rialzo attestandosi a 1780 dollari l’oncia mentre per l’argento c’è un leggero calo. Le varie materie prime appaiono sostanzialmente piatte mentre l’economia del pianeta si avvia verso una recessione che le banche centrali non hanno paura di innescare pur di abbassare in qualche modo l’inflazione ormai altissima.
Banche centrali e price cap pesano tanto
Se fino a ieri c’era la speranza che le banche centrali potessero cambiare rotta sul rialzo dei tassi, ora l’atmosfera è differente e la determinazione degli istituti centrali fa paura. Se la forte flessione del gas è una notizia positiva perchè può far sperare in costi energetici più contenuti per famiglie ed aziende, la paura per la recessione che la motiva è certamente qualcosa di tremendo. Ma ovviamente è anche l’accordo ormai sempre più probabile sul price cap a far scendere il prezzo del gas.