Pensioni minime, brusca marcia indietro del governo dopo settimane di annunci. Altro che regalo di Natale. Una sonora beffa!
In un momento difficile dal punto di vista economico come quello che sta caratterizzando questo orribile 2022, a volte basta una parola per creare una forte illusione, una speranza di un presente che presto potrebbe migliorare. In un momento in cui l’economia di tante famiglie è in pesante deficit, non si può giocare con le parole, illudendo le persone.
In queste settimane si era parlato tanto di pensioni. E tra le tante cose si era parlato anche di un aumento delle pensioni minime. Lo aveva detto chiaramente Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia e della maggioranza di centro – destra che ha stravinto le elezioni del 25 settembre scorso: cosa è rimasto oggi di quel pensiero e di quelle promesse?
Pensioni minime, la beffa di Natale
Vi sono promesse e promesse. In ogni campagna elettorale ne sentiamo una dozzina enunciate da ciascun leader di partito. A volte sono promesse talmente esagerate che quasi quasi scappa da ridere anche a coloro che le hanno pronunciate. Ma ad alcune di quelle promesse in tanti hanno creduto, al punto di votare e far eleggere coloro che quelle promesse avevano fatto sopra un palco, durante un comizio, con davanti un microfono. Ora grazie ai voti delle persone che hanno creduto a quelle promesse, in tanti sono arrivati al governo ed è il momento di mantenerle, quelle promesse. Ma non sembra che sarà così.
Silvio Berlusconi, durante la campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre 2022, ne aveva fatto la sua battaglia personale. Parlava che una volta al governo avrebbe portato le pensioni minime a 1000 euro, ovvero quasi a raddoppiarle. Esattamente una di quelle promesse talmente esagerate che quasi quasi scappa da ridere anche a colui che le ha pronunciate. Il governo di Giorgia Meloni, insediato da poco più di un mese e mezzo, ha cercato di dare delle risposte concrete sul tema delle pensioni. Si erano fatte anche delle cifre che avrebbero dovuto portare le pensioni minime a 600 euro mese.
Non un grande aumento, ma perlomeno poteva dare l’impressione di buona volontà e di un tentativo di dare un piccolo contributo in più a coloro che stanno pagando il prezzo più alto alla crisi economica. Riascoltando le parole di Silvio Berlusconi sul tema, pronunciate fino a qualche giorno fa, farebbero sorridere se non fossero drammatiche, tenuto conto della gravità del momento. Parole che non porteranno probabilmente a nulla.
Nessun aumento delle pensioni nel 2023
Nel 2023 le pensioni minime non aumenteranno nei modi e nelle cifre promesse. Quindi no alle pensioni minime a 1000 euro e nemmeno a 600. Comunque un piccolo aumento nel 2023 ci sarà e riguarderà la rivalutazione degli assegni previdenziali che andrà ad adeguarsi all’indice dei prezzi. Il tasso di rivalutazione per il 2023 sarà pari al 7,3% e pertanto le pensioni minime saliranno dagli attuali 525,38 euro a 563,73 euro.
Una delusione forte. Proprio alla vigilia del Natale. Peccato, sarebbe bastato poco. E chissà cosa avranno pensato i pensionati con la minima quando hanno detto loro che non ci sono i fondi per aumentare le loro pensioni, mentre i parlamentari hanno appena incassato un bonus da 5500 euro per l’acquisto di tablet, smartphone, portatili ed accessori come gli Airpods della Apple. Una belle strenna natalizia…per loro.
Diranno: “Ma cosa c’entra, sono cose completamente diverse“. Allora provatelo a spiegare a chi vive con 500 euro al mese.