Oggi le banche centrali sono chiamate ad un compito davvero importante e cioè quello di abbattere l’inflazione.
In Italia l’inflazione è arrivata al 12% ma un po’ in tutto il mondo l’inflazione ormai è altissima. Il compito di contenere l’inflazione spetta proprio alle banche centrali perché sono proprio le banche centrali aumentando i tassi, che possono abbassare l’inflazione. All’inizio di quest’anno le banche centrali hanno pesantemente sottovalutato la gravità del fenomeno inflazionistico e lo hanno definito transitorio e ininfluente.
Ovviamente col passare dei mesi si è visto che questo non era vero e così le banche centrali sono state costrette a cambiare la loro politica. Oggi sia la Federal Reserve che la banca Centrale Europea sono dei veri e propri falchi sul fronte dell’inflazione e di conseguenza stanno mettendo in campo degli aumenti dei tassi veramente fortissimi. Con questi forti aumenti dei tassi le banche centrali sperano effettivamente di ridurre l’inflazione e a quanto risulta dagli ultimi dati che ci vengono dagli Stati Uniti effettivamente l’inflazione almeno lì si sta riducendo.
Tuttavia molti sono perplessi rispetto alle scelte delle banche centrali. Infatti un aumento dei tassi troppo precipitoso può scatenare una durissima recessione economica e molti hanno paura delle conseguenze di questa grave recessione. Infatti una recessione economica appare sempre più probabile e con la fragile economia europea ed in particolare italiana il peso di una recessione potrebbe essere veramente devastante.
Molti dunque contestano il fatto che le banche centrali siano lasciate da sole nel gestire questo complesso scenario. Secondo molti il ruolo dei governi è stato troppo sminuito. È vero che in linea di principio sono proprio le banche centrali a dover decidere la politica dei tassi e quindi a dover anche fronteggiare momenti di alta inflazione ma questo non toglie che l’eccezionalità della situazione presente avrebbe forse necessitato di un approccio un po’ più condiviso tra le varie banche centrali e soprattutto tra le varie banche centrali e i governi.
Il timore di una forte recessione economica è sempre più forte ma un timore forte c’è anche relativamente all’occupazione. Infatti ovviamente una dura recessione economica avrebbe un impatto sul livello occupazionale che poi potrebbe essere ulteriormente difficoltoso da gestire. Dunque sostanzialmente le banche centrali stanno prendendo delle decisioni importantissime che poi avranno riflessi sociali molto forti.
Ma il problema è che se dovesse esplodere una vera e propria bomba occupazionale a causa della recessione e della forte inflazione chi poi dovrebbe gestire questi enormi problemi sociali sarebbero dei governi che magari sono sostanzialmente impreparati a varare delle forti sterzate in senso sociale.
Infatti se poi dovesse effettivamente arrivare la recessione bisognerà capire quali governi sono pronti a reggere l’urto dei forti costi sociali varando aiuti magari senza precedenti per chi ha più bisogno e quali governi non sono pronti a farlo magari per tutta una serie di equilibrismi politici. Quindi le misure che oggi vengono prese dalle banche centrali, domani porranno i governi in condizione di dover fare delle scelte che probabilmente per loro saranno insostenibili politicamente.
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