Influenza australiana e bambini. Dopo la pandemia di Covid – 19 è ritornata l’influenza e sembra più aggressiva del solito, soprattutto con i più piccoli.
Dopo due anni è ritornata è ed è stata battezzata influenza australiana. Sembra quasi di essere ritornati nell’inverno del 2019 quando la “solita” influenza iniziava a circolare e la parola pandemia non era inclusa se non nei vocabolari dei virologi. L’influenza australiana ha giocato persino d’anticipo.
Ha anticipato il suo arrivo ed anticiperà anche il suo picco, previsto proprio nel periodo più atteso dell’anno, quello delle festività natalizia. Quello che preoccupa di più è che questo virus influenzale attacca molto di più i nostri bambini e a volte il pediatra può anche non bastare. Che fare allora?
Se non fosse un virus, lo si sarebbe potuto accogliere con un sorriso e con un cordiale: Bentornato. Ma è pur sempre un virus. Due anni di forzata assenza a causa del Covid – 19, “Ubi maior minor cessat” che, nel caso in questione, si potrebbe tradurre con: l’arrivo del virus maggiore ha finito per cacciare il virus minore, e così è stato. Ora sembra che il virus maggiore stia allentando la sua morsa ed ecco allora che si riaffaccia il virus influenzale.
I due anni della pandemia ci hanno isolato dal resto del mondo. L’isolamento era la condizione necessaria affinché il subdolo virus non si diffondesse più di quanto in realtà stesse già facendo, mietendo migliaia di vittima. L’isolamento all’interno delle nostre case ci ha senza dubbio difeso dal contagio, ma come chiaramente spiegato il Dottor Giovanni Rezza, ha anche fatto si che le nostre difese immunitarie diventassero più deboli e quindi più esposte a nuovi attacchi virali.
L’influenza australiana si sta diffondendo molto velocemente, ma ciò che preoccupa di più della repentina diffusione, è la sua diffusione tra i bambini. A volte neanche il pediatra può risultare bastevole alle cure per il piccolo colpito dal virus. In questi casi come si devono comportare i genitori? Quando è necessario portare il bambino al pronto soccorso?
I sintomi che presenta l’influenza australiana comprendono una febbre alta, sui 39 – 40 gradi, unita ad una tosse stizzosa la cui durata può toccare anche le due settimane. In questi casi, però è sempre bene che ci si rivolga prima al proprio medico di base, che il più delle volte è in grado di dare delle risposte immediate e sufficienti. Fin quando è possibile è bene evitare di andare ad intasare ulteriormente gli ospedali dove già sono presenti file non indifferenti.
Il pronto soccorso è senza dubbio consigliabile quando il piccolo ha meno di tre mesi. Allo stesso modo la visita al pronto soccorso è consigliabile quando il bambino presenta problemi alle vie respiratorie. Infatti sono diversi i virus che attaccano le vie respiratorie dei più piccoli e non sono rari i casi in cui tali virus si uniscono al virus influenzale. La visita al pronto soccorso può essere la soluzione migliore per il piccolo e per i suoi genitori.
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