Reddito di cittadinanza. Prosegue l’opera del governo, guidato da Giorgia Meloni, teso ad una sostanziale modifica della misura creata per combattere la povertà.
E’ lo scontro tanto atteso sul tema più caldo: Il reddito di cittadinanza. La campagna elettorale lo aveva ampiamente anticipato. Ora che vi è un governo di centro – destra si sta concretizzando quanto annunciato, ovvero che la misura voluta dal Movimento 5 Stelle va abolita “prima di subito”.
Ma subito non si può, occorrerà attendere il 2024. Nel frattempo sono al vaglio le misure per i percettori del reddito per quanto riguarda l’anno 2023. E se per alcune categorie non cambierà nulla, per altri percettori la situazione si complica non poco. Perché?
Reddito di cittadinanza, quale futuro per i percettori
“Questa misura non s’ha da fare“, avrebbe gridato nel 2019 Giorgia Meloni, ma in quel momento erano la Lega ed il Movimento 5 Stelle le forze politiche che avevano vinto le elezioni e quelle che componevano l’esecutivo. Il reddito di cittadinanza era la misura contro la povertà lanciata e voluta fortissimamente dal movimento grillino. L’attuale premier non l’ha mai digerita quella misura e non lo ha mai nascosto. Sul tema vi sono stati confronti accesi, a cominciare dai comizi pre – elettorali ferragostani.
Giorgia Meloni da un lato, Giuseppe Conte dall’altro, sul tema se le sono dette di tutte i colori, portando avanti però anche le loro motivazioni. Ma è Giorgia Meloni ad aver vinto le elezioni ed in virtù del consenso popolare venuto fuori dalle urne, è più che mai decisa a portare avanti le sue idee. Nella visione politica della neo premier il reddito di cittadinanza non ha motivo di esistere, per cui deve essere eliminato. Non subito, poiché le conseguenze a livello sociale sarebbero incalcolabili, ma la sua fine è già programmata per l’anno 2024.
Nel frattempo si studiano soluzioni tampone per il 2023 per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza. Innanzitutto occorre chiarire immediatamente che per quanto il governo in carica non ami assolutamente il reddito di cittadinanza, questa misura non cambierà minimamente per i percettori che possono essere definiti “fragili”, ovvero le famiglie con minorenni, anziani o invalidi. Per queste categorie il reddito continuerà ad essere elargito per tutto il 2023 come sta avvenendo oggi.
Il cambiamento invece riguarderà un’altra categoria…
Gli occupabili
Il cambiamento più rilevante dovrebbe riguardare i percettori del reddito di età compresa tra i 18 ed i 59 anni. Sono coloro che vengono definiti “occupabili”, soggetti che quindi potrebbero lavorare e che quindi devono seguire degli specifici corsi di formazione. Tali corsi avranno la durata di sei mesi e la presenza sarà obbligatoria, pena la decadenza del sussidio. Intanto in sostituzione del reddito di cittadinanza si ritorna a parla del reddito di inclusione, la misura in vigore prima dell’avvento del reddito pentastellato.
Ponendoli uno accanto all’altro i due redditi presentano una sostanziale differenza, poiché gli importi che del reddito di inclusione sono nettamente più bassi rispetto a quelli del reddito di cittadinanza. Infatti una sola persona percepiva un reddito pari a €187,50 al mese, mentre un intero nucleo familiare composto da 6 o più persone riceveva un assegno pari a €547,96 al mese.
Di norma un singolo percettore del reddito di cittadinanza riceve un assegno pari a circa a €780 al mese. Una famiglia di tre persone, due adulti ed un figlio, possono arrivare a ricevere €1330 al mese. Una bella differenza ed è lì che si dovrà lavorare. E tanto.