La tredicesima quest’anno sarà più ricca ed una volta tanto arrivano buone notizie per i lavoratori.
Di solito la tredicesima è quello strumento che permette di avere qualche soldo in più per rendere più lieto il Natale. Una bella cifra extra che permette di andare in vacanza ma anche di organizzare cenone e regali. Quest’anno per la maggior parte delle famiglie però non sarà così. Infatti la tredicesima servirà per pagare le tremende bollette e per rimettere a posto conti in sospeso durante l’anno.
Una tredicesima che arriva in un contesto durissimo dunque ma che arriva comunque potenziata. Probabilmente proprio per venire incontro ai lavoratori stremati dal carovita, la tredicesima viene potenziata ma vediamo come e soprattutto vediamo perchè è importante verificarla.
Prima di capire il bonus sulla tredicesima è importante capire come funziona la tredicesima e perchè quest’anni arriva proprio il bonus. La tredicesima è il riflesso di tutto quello che si è preso in busta paga durante l’anno. Dunque più mensilità di stipendio sono state percepite e più ricca sarà la tredicesima. Ma anche più elevate sono state le buste paga e più elevata sarà anche la tredicesima.
Ma quest’ anno c’è un vantaggio in più. Infatti la famosa decontribuzione voluta dal governo Draghi sarà calcolata in un modo molto particolare e molto vantaggioso per il lavoratore e vediamo come funzionerà. Come sappiamo il governo Draghi aveva previsto una prima decontribuzione all’inizio dell’anno e poi una ancora più forte a metà del 2022. Ebbene si applicherà quella più forte come fosse durata per tutto l’anno!
Nel messaggio n. 4009 del 7 novembre 2022, che ha sorpreso un po’ tutti l’Inps ha enunciato che se la tredicesima è pari o inferiore a 2.692 euro, la decontribuzione andrà applicata proprio con l’aliquota del 2%, ovvero la decontribuzione più forte come se fosse stata in vigore per tutto l’anno 2022. Per i lavoratori questo è veramente un bel vantaggio.
Infatti applicando la decontribuzione più forte per tutta la durata dell’anno, la tredicesima diventa decisamente più sostanziosa. Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo una tredicesima ha un valore imponibile lordo di 2.000 euro, ebbene l’aliquota contributiva non sarà del 9,19% (come sarebbe stato senza questo chiarimento INPS) ma del 7,19%.
Sempre per restare all’esempio di prima, su 2.000 euro di tredicesima vengono 143,80 euro a titolo contributivo mentre invece la cifra avrebbe dovuto essere di 183,80 euro. Insomma il vantaggio per il lavoratore è notevole. Ma come gli esperti sottolineano il problema di fondo resta quello dell’inflazione.
Infatti questi interventi in busta paga ed anche quello auspicato del taglio del 5% del cuneo fiscale da aversi nei prossimi anni appaiono ben poca cosa rispetto ad un’inflazione reale del 12%. Ecco perchè le polemiche non mancano. L’idea di fondo è che lavoratori e pensionati comunque stiano perdendo potere d’acquisto reale proprio in uno dei momenti oggettivamente più duri della storia recente.
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