Addebito e domiciliazione. Trovarsi nelle sgradevole, e sgradita, situazione di vedere il proprio conto in rosso. Ma perché accade così spesso?
Il conto corrente è prima di tutto una grande comodità. Ma le circostanze della vita possono far sì che si possa trasformare in un incubo perché è andato in rosso nel momento sbagliato. Allora è necessario correre subito ai ripari cercando di rispondere a regole di una rigidità spesso incomprensibile.
I pagamenti ricorrenti che per anni non hanno creato il minimo problema, in un attimo si possono trasformare nel peggior nemico di un titolare di un conto corrente. Da un momento all’altro ci si può ritrovare, senza nemmeno accorgersene, ad essere “inquadrato” come un cattivo pagatore.
Il conto corrente è lo specchio fedele del suo titolare. Perché, in infiniti casi, in quel conto corrente vi è la sua storia, passata e presente, dal punto di vista finanziario. Insieme alla domiciliazione dello stipendio, l’addebito delle diverse utenze, del mutuo su quel conto vi sono stampati i saliscendi che caratterizzano la vita di ciascuno. I momenti in cui il lavoro sembra non volerti lasciare un attimo di pace e ti regala soddisfazioni e denari e quelli in cui la vita, come si dice spesso, ti volta le spalle e diventa problematico anche il pagamento di un singolo bollettino.
Un conto corrente è tante cose insieme, ma diventa soprattutto un grosso problema quando è in rosso e giungono pagamenti che non possono essere saldati. I pericoli maggiori in questi casi provengono da quelli che sono definiti gli addebiti ricorrenti. Sono infatti le rate che non vengono accreditate regolarmente a far si che scatti l’allarme che può portare il titolare ad essere segnalato al Crif come cattivo pagatore. Ma questo non avviene sempre. Quando il conto corrente è privo di denaro, vengono bloccati tutti i pagamenti automatici.
Sono tanti coloro che utilizzano l’addebito sul proprio conto corrente. Una pratica comoda ma che in certi momenti può risultare rischiosa. La comodità sta tutta nel fatto che le rate di un mutuo o di un finanziamento, le utenze domestiche o altri pagamenti vengano effettuati automaticamente, ma questo va bene fin quando all’interno del conto vi è denaro. Il rischio, e i problemi, vengono fuori quando il conto è vuoto. Il pagamento viene quindi bloccato. Le banche non coprono il pagamento.
A quel punto la differenza la può fare il fatto di sapere se nel proprio contratto stipulato con la banca vi sui presenta quella che è solitamente denominata come clausola di sconfinamento. Una clausola che permette al titolare del conto di andare in rosso al fine poi di saldare il pagamento insoluto.
La maggior parte dei conti correnti rimangono in rosso per un massimo di 90 giorni. In quel lasso di tempo quasi sempre avviene uno degli accrediti ricorrenti del titolare del conto, come può essere lo stipendio o la pensione. In qual caso la banca, che conosce il suo cliente e le sue tempistiche, permette al cliente stesso di sconfinare i pagamenti coprendoli in maniera tale da non farli andare oltre le scadenze previste.
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