Rottamazione delle cartelle esattoriali. La decisione del governo di Giorgia Meloni sta scatenando un’ondata di dissensi. E’ davvero strizzare l’occhio agli evasori oppure è il tentativo di recuperare un po’ di denaro altrimenti irrecuperabile?
Recuperare denaro, in qualunque maniera ciò sia possibile. Le politiche di sostegno alle famiglie ed alle imprese strozzate dalla crisi, hanno bisogno urgenti di fondi. Tanti fondi. Tagli, risparmi, ottimizzazioni e recuperare quanto possibile dalle cartelle esattoriali. Ma le cartelle esattoriali, fosse per la Lega, partito che fa parte della maggioranza di governo, dovrebbero essere tutte “amnistiate”, a nome di quella “pace fiscale” tanto richiesta dai componenti del Carroccio.
Ma quella che, con linguaggio aulico, viene definita dai parlamentari leghisti come pace fiscale, per i partiti dell’opposizione altro non è che il classico, ed intollerabile, condono. Giorgia Meloni è nel mezzo, a cercare di mediare tra le tesi massimaliste della Lega e la ragionevolezza che dovrebbe sempre guidare un capo di governo che, non bisogna mai dimenticarlo, e non dovrebbe dimenticarlo soprattutto il capo del governo, è capo del governo degli italiani. Di tutti gli italiani, non soltanto della sua parte politica.
Dalla sua mediazione è nato quanto segue.
Annullamenti di fatto e rottamazioni. Le cartelle esattoriali passano di nuovo sotto la lente d’ingrandimento del governo. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è soltanto l’ultimo, cronologicamente, a ricorrere a questo espediente. Ed ogni volta ci si guarda in faccia e ci si domanda quale sia il fine di questa decisione. E’ il tentativo disperato di uno Stato ormai alle corde, di recuperare quel minimo di recuperabile da milioni di cartelle esattoriali che dormono da anni in mastodontici archivi senza che nessuno le possa, o le voglia, svegliare. oppure…Oppure è l’ennesimo strizzare l’occhio a chi le tasse non le ha mai pagate e non ha certo intenzione di iniziare adesso?
E’ pur vero che la maggior parte di quelle cartelle non appartiene certo ad evasori professionisti. Quelli sono anonimi, irraggiungibili, irrintracciabili. Non si fanno certo racchiudere all’interno di una cartellina con nome, cognome e foto. Ma per coloro che sono all’opposizione del governo di centro – destra il messaggio che passa è che le tasse si possono anche non pagare, tanto poi un anno si ed un altro puro arriva sempre un condono, pardon, una rottamazione a restituire la verginità. Ed anche se si tratta di una verginità fasulla, cosa importa. L’importante è che quella cartella con un nome, cognome e foto sia stata definitivamente cestinata, insieme ai debiti maturati.
La bozza della Legge di Bilancio è estremamente chiara. Tutte le cartelle sotto 1000 euro che abbracciano il periodo fra il 1° gennaio 2000 ed il 31 dicembre 2015 saranno annullate. I debiti fino al 30 giugno 2022 saranno rottamati. La condizione indispensabile affinché ciò avvenga è che chi presenta la domanda, rinunci poi ad un eventuale ricorso. Pertanto dal 2023 non si dovranno più pagare le cartelle esattoriali di importo inferiore o pari a 1000 euro. La sanatoria voluta dal governo Meloni riguarda le cartelle datate 1°settembre 2000 – 31 dicembre 2015.
La rottamazione delle cartelle riguarderà tutti quei debiti comprensivi nell’arco temporale che va dal 1° gennaio del 2000 al 30 giugno 2022. La rottamazione permetterà di saldare il debito nei confronti del fisco senza versare interessi e sanzioni. Le modalità per effettuare il saldo saranno due. Pagamento in un’unica soluzione, senza interessi e sanzioni oppure rateizzazione del debito per un massimo di 18 rate.
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