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Pensioni 2023: 67 anni e 23 di contributi (e più basse) “peggio che Fornero” contributivo e retributivo

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Gianluca Merla

Non migliora la situazione delle pensioni 2023. Occorre risparmiare per coloro che andranno in pensione a 67 anni e 23 di contributi

Il tema pensioni è sempre stato molto dibattuto tra l’opinione pubblica italiana. Purtroppo, infatti, la riforma delle pensioni vigente non è affatto la migliore e questo si riflette su coloro, per terminare il loro rapporto lavorativo, devono maturare i requisiti per molti, troppi, anni. proprio per questo, l’attenzione su eventuali modifiche e nuove normative attira grande attenzione tra gli interessati.

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Purtroppo, però, ottenere la pensione a 67 anni, con 23 di contributi, non è un procedimento uguale per tutti. È infatti necessario tenere in considerazione che ottenere la possibilità di terminare il proprio rapporto lavorativo grazie ai 23 anni di contributi vuol dire avere un assegno ridotto. Dunque, occorrerà risparmiare per coloro che avranno a che fare con le pensioni nel 2023.

Confusione e caos per le pensioni 2023

Calcolare il proprio assegno pensionistico, soprattutto se si parla di contributi, anni di servizio e tipologia del trattamento, è cosa piuttosto complicata. Andare in pensione a 67 anni d’età e con 23 di contributi, infatti, non è affatto semplice o uguale per tutti allo stesso modo, così com’è estremamente complicato il calcolo di quello che sarà l’assegno mensile che riceverà il pensionato.

Tra i parametri che vanno presi in considerazione quando si parla di calcolo della pensione è ovviamente quello che riguarda il reddito che riceve il lavoratore. In base allo stipendio, infatti, è già possibile calcolare il netto della pensione.  Un lavoratore che, ad esempio, guadagna 25000€ lordi in un anno, infatti, percepirà un assegno previdenziale intorno ai 600€ netti. Ovviamente, in questo caso lo schema da seguire è quello indicato in precedenza: ovvero di un pensionamento a 67 anni di età con 23 di contributi.

Ecco come calcolare la pensione

Ma c’è un ulteriore elemento da prendere in considerazione, ed è quello del sistema di calcolo. Attualmente, le normative italiane prendono in considerazione tre sistemi di calcolo: il calcolo contributivo, il calcolo retributivo e quello che viene definito “sistema misto”. Tuttavia, il sistema retributivo è stato eliminato dai metodi di calcolo già nel dicembre del 1995. Vediamo, quindi, i restanti due metodi di calcolo.

Ecco i metodi di calcolo per le pensioni 2023

Tra i metodi di calcolo pensioni più conosciuti vi è quello del sistema contributivo. Nello specifico, questa metodologia consiste nel fare la somma tra il montante contributivo e quello che viene chiamato “coefficiente di trasformazione”. Successivamente, è necessario dividere per 12 (i mesi dell’anno). Con uno stipendio annuo di 28000€ lordi, è necessario mettere da parte il 33% (9240€) per poi moltiplicarlo per il numero di anni di contributi (in questo caso 23). Si otterrà, quindi 212.520€ come montante contributivo, da moltiplicare co il 5,575% relativo alla fascia dei 67enni: il risultato sarà ad una pensione di circa 912€ al mese.

Per quanto riguarda, invece, il sistema misto, è necessario incrociare i due sistemi (contributivo e retributivo) per coloro che hanno versato i contributi prima e dopo il 1996. Questi calcoleranno gli anni di contributi precedenti al 1996 secondo il retributivo e prenderanno il 2% della media delle retribuzioni, moltiplicandolo per gli anni di contributi. Infine, è necessario sommare i risultati del calcolo contributivo e retributivo, per poi dividere per 12.

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