Oggi si parla tanto di aumenti in busta paga perché sono stati uno dei cavalli di battaglia del governo Meloni.
Infatti Giorgia Meloni ha promesso aumenti sulle pensioni e aumenti anche in busta paga. Infatti proprio aumentando le pensioni e aumentando le busta paga degli italiani si può compensare almeno in parte la tremenda inflazione al 12%. Infatti con l’inflazione al 12% sono veramente troppe le famiglie che non ce la fanno più ad andare avanti e quindi il governo interviene tanto con gli aumenti delle pensioni che con gli aumenti in busta paga.
Le pensioni saranno aumentate dal 2023 del 7,3%, ma su questo ci sono delle polemiche. Infatti l’inflazione è al 12%, mentre gli aumenti sono soltanto al 7,3%. Quindi gli aumenti sulle pensioni si dimostrano chiaramente insufficienti. Per fare un esempio anche l’assegno unico sarà aumentato del 7,3% e anche qui sostanzialmente al posto di parlare di un aumento si dovrebbe parlare di una diminuzione perché con un’inflazione al 12%, questo significa che concretamente quello che il pensionato oppure il genitore riceve è di meno dal punto di vista concreto del potere di acquisto.
Aumenti in busta paga: per la Meloni prendo il posto dei Bonus
Ma arrivano buone notizie invece sul fronte delle busta paga e le buone notizie sono doppie. Infatti da una parte c’è il taglio del cuneo fiscale che il governo Meloni ha portato al 3% e dall’altra ci sono i rinnovi contrattuali. Infatti il taglio del cuneo fiscale voluto dal governo Draghi valeva solo il 2%, ma il governo Meloni ha deciso di portarlo al 3% e di farlo crescere fino al 5% nei prossimi anni e questo vuol dire buste paga sempre più ricche.
Buste paga sempre più ricche vuol dire che i lavoratori pian piano riusciranno a compensare la stangata dell’inflazione ma oggi sono tutti i contratti collettivi a venire rinnovati. Dalla scuola alla sanità, arrivano i nuovi contratti e con i nuovi contratti arrivano anche tanti soldi in più.
Solo 13 mesi, ma vediamo quanto valgono
Infatti arriva proprio un miliardo per il comparto pubblico che verrà destinato proprio ai dipendenti statali nel 2023. Questa indennità vuole essere un una sorta di ponte fino al prossimo rinnovo del contratto 2022 – 2024. Questa indennità equivale ad 1,5% dello stipendio per 13 mensilità.
Questo aumento in busta paga è proprio a disposizione degli infermieri in attesa che arrivi il nuovo contratto collettivo nazionale. Quindi l’aumento effettivamente andrà tra i 15 e i 20 euro al mese per 13 mesi. Ma ovviamente si tratta di qualche cosa in divenire come del resto in divenire sono le trattative di tutti i vari contratti collettivi nazionali e quindi i lavoratori attendono sempre maggiori chiazze per quanto riguarda questo tipo di contratti.
Ma con la recessione incombente, la gente ha paura di non farcela e che questi aumenti non bastino e il tema è quello di non riuscire a programmare un futuro. “I poveri non possono pensare al futuro.” MARGARET MAZZANTINI
