Restituzione Assegno Unico e la minaccia proveniente dall’INPS. Nel 2023 tra tagli e richieste di somme da restituire cambieranno molte cose.
L’introduzione dell’Assegno Unico Universale è stata una delle iniziative governative più apprezzate degli ultimi anni. Un sostegno concreto che, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, ha donato un po’ di respiro alle tante famiglie in difficoltà.
Una misura che la stessa premier Giorgia Meloni ha sempre ritenuto importante al punto da proporre alcune modifiche in grado di poter permettere un aumento della somma da girare alle famiglie. Ma intanto l’INPS ha iniziato a fare la voce grosse e a minacciare tagli e restituzioni nel 2023. Cosa c’è di vero?
Assegno Unico, le buone nuove
L’Assegno Unico Universale è stato introdotto nel 2019 dal governo presieduto da Giuseppe Conte ed è un sostegno economico a tutte le famiglie con figli che abbiano un massimo di 21 anni. Per i figli disabili il limite di età non è sussiste. L’importo che spetta a ciascun nucleo familiare varia a seconda della situazione economica. Obbligatoria, in tal senso, la presentazione dell’ISEE unita alla domanda per accedere al contributo. Parimenti importanti risulteranno quindi le informazioni riguardanti il numero dei figli, la loro età ed eventuali disabilità. Il sostegno è definito Unico perché al suo interno sono contenuti tutti gli interventi a sostegno delle genitorialità e della natalità. E’ invece definito Universale perché riconosciuto a tutte le famiglie, in misura diversa a seconda dell’ISEE. La misura è assicurata, nella sua forma minima, anche a chi non presenta l’ISEE oppure quando l’indicatore supera la soglia limite dei 40000 euro.
Dal 2023, però, alcune cose potrebbero cambiare. Come detto il governo, con a capo Giorgia Meloni, è fermamente intenzionato a rafforzare il peso economico dell’Assegno Unico Universale da presentare poi alle singole famiglie con figli. La rivisitazione di alcuni parametri dell’ISEE permetteranno di allargare la platea degli aventi diritto al sostegno, nonché importi decisamente più alti per ciascun figlio. L’importo massimo, infatti, passerà dagli attuali 175 euro a 260 euro. Pertanto anche l’importo dell’Assegno Unico Universale andrà ad adeguarsi al costo della vita. Quindi soltanto buone notizie per i percettori del sostegno, o no? Diciamo allora che accanto alla volontà del governo di ampliare i beneficiari dell’assegno, riconoscendo a ciascun nucleo familiare importi anche più alti, vi è anche un’INPS decisa a mostrare i muscoli e correggere alcune situazioni non corrette.
Le cattive nuove
Secondo quanto risultato dagli accertamenti dell’INPS vi sarebbero alcuni beneficiari della misura di sostegno che dovranno restituire parte delle somme erroneamente versate dall’Ente. E’ il caso di famiglie monoparentali, dove entrambi i genitori lavorano e che quindi si sono visti accreditare una somma supplementare pari a 30 euro mensili. Coloro che hanno ricevuto somme indebitamente ricevute le dovranno restituire all’INPS, che provvederà poi a trattenerli dai successivi versamenti.
Un 2023 quindi che presenterà l’Assegno Unico Universale con importanti novità. Al di là di coloro che hanno ricevute somme in eccesso che dovranno essere restituite, la volontà del governo Meloni di rafforzare ulteriormente la misura lancia un altro, inequivocabile segnale di quanto la famiglia ricopra un ruolo centrale all’interno delle politiche del governo.