Una vera bomba sulle pensioni perché opzione donna può diventare una via d’uscita dal lavoro decisamente discriminatoria.
La riforma delle pensioni del 2023 diventa sempre più complessa e i pensionati di oggi si sentono al sicuro ma i pensionati di domani non sanno bene come potrebbero fare ad andare in pensione. Il fatto è che adesso arriva una nuova bomba per quello che riguarda opzione donna. Il governo Meloni si è detto favorevole ad un rinnovo di opzione donna per il 2023.
Infatti teoricamente opzione donna avrebbe dovuto trovare la sua fine proprio con il 31 dicembre del 2022. Questa era la scadenza naturalmente prevista per opzione donna ma poi è arrivato il governo Meloni e ha stabilito che opzione donna teoricamente può essere prorogata anche per l’anno prossimo. Opzione donna consente di andare in pensione proprio se si fanno dei lavori particolarmente pesanti come possono essere quelli dell’operatrice socio sanitaria.
Un grave problema di incostituzionalità
Questa misura stabilisce proprio che ci sia bisogno di 35 anni di contributi ma anche l’età viene fissata in modo molto chiaro. Infatti per andare in pensione con opzione donna bisogna avere 58 anni se si è lavoratrice dipendente oppure 59 anni se si è lavoratrice autonoma. Ma la vera e propria bomba su opzione donna riguarda il numero dei figli. Infatti come sappiamo il governo Meloni vuole spingere al massimo gli italiani a fare figli.
in Italia si fanno pochissimi figli proprio perché l’incertezza sul futuro è sempre più forte. Le famiglie sono sempre più povere e hanno sempre più difficoltà ad andare avanti e inoltre le misure sociali di sostegno alla famiglia sono veramente scarse. Proprio per questo in Italia le famiglie ormai decidono di non fare più figli.
Questa possibilità può essere bloccata ed è caos
Ma proprio per spingere maggiormente le famiglie a fare figli Giorgia Meloni vuole cambiare anche le pensioni e soprattutto vuole cambiare opzione donna. Sostanzialmente chi ha due figli potrà andare in pensione a 58 anni, chi ha un figlio potrà andare in pensione a 59 anni, mentre chi non ha nessun figlio dovrà andare in pensione necessariamente a 60 anni.
Secondo il ministro Giorgetti questa idea può semplicemente essere utile perché sostanzialmente proprio le donne che hanno dovuto accudire un maggior numero dei figli possono essere state più penalizzate dal punto di vista contributivo. Questa idea ad alcuni piace e sembra anche giusta ma molti stanno sostenendo che potrebbero emergere eccezioni di incostituzionalità.
Come può funzionare e problemi
In sostanza alcuni costituzionalisti stanno sostenendo che una cosa del genere violerebbe l’articolo 3 della Costituzione. Infatti le coppie che non vogliono o che magari pur volendo, non possono avere figli finirebbero per essere discriminate. Dunque da una parte c’è chi sostiene che questo tipo di opzione donna voglia soltanto essere un aiuto in più per quelle donne penalizzate dal fatto di doversi occupare dei figli, mentre altri sostengono che una norma di questo genere andrebbe a discriminare chi non ha avuto figli.
Non ha importanza se magari la coppia non ha avuto figli per scelta o per qualche genere di limitazione, ma semplicemente sarebbe discriminata. Questo problema crea una grande incertezza riguardo alle pensioni dell’anno prossimo perché infatti proprio opzione donna doveva essere uno degli elementi forti delle pensioni del 2023 ma con questo potenziale problema di incostituzionalità chiaramente tutto diventa più incerto.
Non mamme discriminate?
“Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera.” (Erica Jong) Questa proposta su opzione donna ha suscitato un vespaio ma forse può aiutare tutti a riflettere su un tema davvero delicatissimo.