Giuseppe Povia è stato uno dei cantautori più apprezzati nei primi anni del 2000. Poi ad un tratto di lui si sono perse le tracce e a raccontare cosa gli è accaduto è stato lui stesso di recente.
“Quando i bambini fanno oh, che meraviglia” era una delle strofe più ascoltate ovunque in Italia precisamente 17 anni fa.
Una strofa che ancora oggi molti ricordano. A cantarla era Giuseppe Povia, cantautore estremamente controverso per molti versi ma che in molti continuano ad apprezzare ancora oggi. Eppure ad un certo punto nella sua carriera qualcosa è andato storto: di recente il suo appello social ha fatto discutere non poco.
Era il 2005, un giovanissimo Povia tentava di arrivare a cantare sul palco di Sanremo, con alle spalle già il brano Mia Sorella, incentrata sul tema della bulimia che gli aveva permesso di vincere la quattordicesima edizione del Premio Recanati. Non ci riesce perché nella stessa occasione aveva cantato anche la canzone che avrebbe dovuto portare sul palco dell’Ariston e si sa, il regolamento parla chiaro: sono ben accetti solo inediti.
La canzone in questione si intitolava I bambini fanno “ooh…” e l’allora conduttore Paolo Bonolis gli permise comunque di presentarla dal vivo nell’ambito di un’iniziativa benefica per i bambini del Darfur, il progetto Avamposto 55, che prevedeva la costruzione di un ospedale e una scuola a Nyala. Il singolo ebbe talmente successo da finire al primo posto nella hit parade italiana e da restarci per ben 20 settimane (di cui 19 consecutive), e da permettere al suo interprete di vincere sette dischi di platino.
Dopo il successo – sbarcato anche al di fuori del Paese e dovuto anche ad uno spot pubblicitario a cui faceva da sottofondo – seguì la pubblicazione del suo primo album Evviva i pazzi… che hanno capito cos’è l’amore che, divenuto ben presto disco d’oro con oltre 100.000 copie vendute. Da lì, una serie di altri successi, come Vorrei avere il becco, presentato a Sanremo, questa volta finalmente in gara, l’anno successivo, Luca era gay (che gli costò però non poche critiche), l’album La storia continua… la tavola rotonda e tanti altri.
Poi ad un tratto qualcosa è andato storto e di lui improvvisamente si sono perse le tracce. Povia ha sì continuato a cantare, ma sicuramente restando molto più in disparte rispetto al passato. Ecco cosa gli è successo.
Solo qualche mese fa su Instagram compariva un video in cui un Giuseppe Povia ormai adulto parlava del suo attuale status post-fama. Stando alle parole del cantautore, negli ultimi anni sarebbe stato “tagliato fuori dai grandi circuiti, dalla grande concertazione, dai grandi palcoscenici, dai grandi eventi e dai grandi live delle manifestazioni canore”.
Da lì, un suo appello che ha fatto il giro del web, perché è arrivato in maniera del tutto inaspettata. Povia, infatti, ha esordito dicendo testualmente: “Questo video perché non sono i soldi che portano le idee, come vogliono farci credere, ma sono le idee che portano soldi. E nel mio caso si parla proprio di sopravvivenza. E le idee ti vengono quando non te la passi bene però hai voglia di fare le cose”.
La sua proposta ai fan era insomma un concerto privato a rimborso spese. La sua idea era quindi di portare in prima persona l’impianto, la voce e la sua arte e di ricevere in cambio dal suo pubblico l’affitto della location, il cibo e l’affetto. A detta sua insomma l’artista avrebbe fatto spesso negli ultimi tempi mini-concerti privati, sia davanti a numeri più o meno elevati (parlava anche di 500 persone) che al cospetto di poche decine di persone (anche una trentina ad esempio).
Quello che proponeva era un concerto in tre atti: da un lato ci sarebbero canzoni d’amore, dall’altro temi sociali e dall’altro ancora argomenti d’attualità trattati comunque sempre con un pizzico di ironia. Povia alla fine aveva concluso dicendo: “Ma sapete qual è il bello? Che in questo caso non dobbiamo rendere conto a nessuno, anzi. Potete farlo anche in serale, però poi mi offrite la cena”.
Insomma il cantautore oggi è in cerca di occasioni per potersi esprimere. E chissà che il suo pubblico non le accolga.
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