Arrivano delle novità clamorose sull’anticipo di tfs e TFR e le spiega direttamente l’INPS. Molti non lo sanno ma alla fine di ottobre è stato stipulato un accordo tra l’Inps e il ministero del lavoro.
Proprio grazie a questo accordo innovativo arrivano novità molto forti su tfs e TFR. È stata proprio l’Inps ad erogare una circolare che spiega come accedere in modo semplificato a queste risorse. In sostanza l’istituto della previdenza sociale e il ministero del lavoro hanno istituito un fondo per accedere prima al trattamento di fine servizio o al trattamento di fine rapporto.
Come sappiamo oggi gli italiani sono in fortissime difficoltà e proprio per questo poter accedere prima al trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici o al trattamento di fine rapporto può essere un aiuto molto forte. Il 25 ottobre 2022 con la circolare 119 l’INPS ha spiegato il funzionamento di questo particolare fondo di garanzia per il tfs e per il TFR.
Il nuovo fondo permette di avere un ricco anticipo su TFS e TFR
Il trattamento di fine servizio è un vero e proprio indennizzo che viene erogato quando il dipendente pubblico cessa il suo servizio. Questo fondo di garanzia ha un valore di 75 milioni di euro e lo scopo sarebbe quello di coprire al 80% l’importo del tfs ovviamente entro un tetto massimo. Questo ho detto massimo sarebbe di 45 mila euro. Ma come è possibile accedere effettivamente a questo fondo di garanzia per il cittadino?
Per accedere al fondo le banche devono dimostrare all’INPS di aver versato un apposita commissione. Se l’INPS ha tutta la documentazione necessaria potrà pagare quanto dovuto altrimenti si dovranno integrare i documenti mancanti. Tra l’altro l’INPS dovrà comunicare al ministero ogni 6 mesi gli importi del fondo utilizzati. Proprio così questo fondo potrà essere continuamente ricaricato ed essere più utile a quei dipendenti che vogliono un anticipo su tfs oppure anche su TFR.
Vediamo come funziona
Quando l’INPS abbia tutta la documentazione necessaria potrà procedere al pagamento dell’importo. Se invece entro 60 giorni l’INPS non sarà ancora in possesso di tutti i documenti, scatteranno altri 180 giorni perché si reperisca tutta la documentazione. Ma se anche questi 180 giorni dovessero scadere la garanzia andrà effettivamente a decadere.
Dunque queste sono le nuovissime linee guida emanate dall’INPS proprio a seguito di questa convenzione molto particolare tra l’istituto guidato da Tridico ed il ministero del lavoro. Ma se questa novità è certamente vantaggiosa, nubi oscure si addensano sulle pensioni. Infatti da un lato la nuova opzione donna è accusata di essere discriminatoria ed incostituzionale e dall’altro le coperture dell’INPS appaiono sempre più risicate.
INPS in difficoltà e la nuova Opzione donna presenta problemi
Infatti opzione donna del 2023 consentirebbe alle donne di andare in pensione prima in proporzione al numero dei figli. Secondo molti questo è incostituzionale e i problemi non mancano. Ma sono anche le coperture dell’INPS ad essere sempre più limitate e quindi le prossime pensioni potrebbero essere sempre più povere.
Ma continuare a rivedere le pensioni ha davvero senso se tutto lo stato sociale nel complesso non diventa più giusto e più umano? Se i fondi allo stato sociale vengono tolti a favore dei ricchi, come si potrà pensare che le famiglie abbiano abbastanza fiducia da riprendere a fare figli?