Arrivano ricchi aumenti sulle pensioni ma arrivano anche i tagli e vediamo chi potrà beneficiare degli aumenti e chi invece purtroppo dovrà subire i tagli.
Andare avanti per i pensionati sta diventando veramente difficoltoso. Con una terribile inflazione al 12%, i pensionati hanno difficoltà a fare la spesa ma hanno anche difficoltà a pagare la rata del mutuo oppure l’affitto. I pensionati che leggono I Love Trading spesso si scrivono proprio per raccontarci come l’inflazione sia una vera e propria tagliola che rende la vita ancora più difficile.
Proprio voi nelle vostre lettere ci raccontate come vivere con la pensione sia sempre stato veramente arduo ma da quando c’è l’inflazione questo sembra quasi impossibile e non manca chi chiede aiuto alla Caritas per riuscire ad andare avanti. Ma dall’anno prossimo sulle pensioni ci saranno gli aumenti. Vediamo questi aumenti perché saranno probabilmente molteplici.
La questione controversa degli aumenti 2023
Innanzitutto tutte le pensioni aumentano del 7,3% a partire da gennaio. Chiaramente questo 7,3% sarà calcolato al 120% per le pensioni più basse mentre via via andrà scalare per le pensioni più alte. Un aumento del 7,3% è sicuramente un aumento molto forte che dà una mano concreta ai pensionati ma c’è un ragionamento da fare. Attualmente l’inflazione è al 12%, e quindi un aumento al 7,3%, significa un aumento che non va a recuperare effettivamente quello che il pensionato ha perso come potere di acquisto ma lo va a recuperare per poco più della metà.
Quindi anche con gli aumenti in realtà le pensioni rimangono sempre troppo basse rispetto all’inflazione. Proprio per questo si crea un problema di equità sociale ma si crea anche un problema di debito pubblico quindi nel 2023 arrivano delle novità. Infatti le pensioni sopra i 2.100 euro saranno tagliate (dal punto di vista dell’aumento di perequazione).
Aumenti parziali ma comunque troppo bassi
Quindi solo le pensioni fino a 2100 saranno rivalutate integralmente mentre le pensioni superiori saranno rivalutate soltanto in una percentuale di questa aliquota. Quindi proprio per garantire la tenuta del bilancio dello stato le pensioni sopra 2100 non saranno effettivamente tagliate ma sarà tagliato l’incremento previsto per l’inflazione. Ma attenzione però, perché si vocifera che ci potrebbe essere un altro aumento sulle pensioni oltre quello del 7,3%.
Infatti proprio per i motivi che abbiamo esposto prima, un aumento del 7,3% è troppo poco rispetto all’inflazione e quindi c’è anche chi sta sostenendo che a metà dell’anno il governo potrebbe intervenire con un anticipo sulla perequazione del 2024. In fondo se ci pensiamo bene è proprio quello che ha fatto il governo Draghi anticipando di qualche mese la perequazione del 2023.
Aumenti aggiuntivi 2023: perchè
Dunque la questione per le pensioni del 2023 è decisamente complessa. Infatti da una parte molti si aspettano ulteriori aumenti ma a conti fatti gli aumenti di gennaio lasciano i pensionati più poveri come potere d’acquisto reale. Ecco perchè è importante sottolineare che lo stato sociale italiano risulta sempre troppo avaro con chi è in difficoltà ed anche questi aumenti inadeguati all’inflazione lo dimostrano.