Sulla busta paga arrivano novità molto positive perché il governo Meloni ha un’idea molto chiara.
L’idea del governo Meloni è quella di bloccare il reddito di cittadinanza e anche la maggior parte dei bonus e di concentrare le risorse sugli aumenti in busta paga. Infatti il governo Meloni non ama la logica dei bonus e la definisce assistenzialistica. Invece il governo Meloni ama l’idea di un aumento in busta paga perché l’aumento in busta paga va a premiare il lavoratore e va a garantire un aiuto che rimane stabile e costante nel tempo.
Ma vediamo come saranno strutturati questi aumenti in busta paga e vediamo anche perché saranno effettivamente molto ricchi. La manovra ormai è sostanzialmente chiara e ricordiamo che il taglio vecchio del governo Draghi era del 2%, fino ai 35 mila euro e lo sgravio salirebbe al 3%, se si tratta di redditi entro i ventimila euro. Quindi queste sono per così dire le cifre base dell’aumento in busta paga ma l’aumento in busta paga può salire molto. Vediamo perché.
I nuovi aumenti di cui c’è davvero bisogno: tagli maggiori
il governo vuole utilizzare i soldi risparmiati con il taglio sul reddito di cittadinanza proprio a beneficio dei lavoratori. Molti in realtà polemizzano con questa scelta perché si va a togliere a chi è più in difficoltà per dare a chi comunque un lavoro effettivamente ce l’ha. Ma fratelli d’Italia in campagna elettorale ha promesso un taglio del cuneo fiscale di addirittura 5 punti percentuali. Questo taglio del 5% è veramente ricco anche perché due terzi vanno a favore dei lavoratori e un terzo va a favore delle imprese.
Quindi grazie a questo taglio del 5%, l’impresa avrebbe un notevole vantaggio ma soprattutto il lavoratore si ritroverebbe ad avere un forte aumento in busta paga. Infatti fino ad ora gli aumenti disposti dal governo Draghi sono stati soltanto di 15 euro per i redditi entro i 20.000€ e di €27 al mese per i redditi entro i 35 mila euro.
I tagli a favore dei lavoratori ma non solo
Ma il taglio del cuneo fiscale del governo meloni dovrebbe essere decisamente più ricco. Quindi proprio in virtù del taglio del governo meloni ci sono tre possibilità. La prima possibilità sul tavolo è di lasciare sostanzialmente il taglio voluto da Draghi ma questo logicamente non piace a nessuno. La seconda possibilità sul tavolo è quella di portare il taglio al 3%, ma con un terzo della quota destinato alle imprese.
Questo secondo scenario previsto dal governo darebbe una piccola mano alle imprese perché arriverebbe un taglio del cuneo fiscale dell’uno per cento semplicemente a loro vantaggio, ma per i lavoratori non cambierebbe nulla, proprio perché per i lavoratori resterebbe sempre il solito taglio del 2% che è esattamente quello che c’è già e che eroga veramente pochissimo.
La terza possibilità è quella più vantaggiosa per i lavoratori
La terza possibilità è quella di portare il taglio dal 2% al 3%, ma sempre dedicando tutto ai lavoratori. Quindi a quanto pare dall’anno prossimo il taglio del cuneo fiscale di Draghi del 2%, passa al 3%, proprio per opera della manovra finanziaria ma poi quando tutto sarà arrivato a regime il taglio salirà al 5%, ma con una quota destinata alle imprese. Si tratterebbe dunque di una manovra che va ad aiutare sia i lavoratori ma anche le imprese.
il problema di fondo della politica del governo Meloni però lo sottolineano un po’ tutti gli analisti politici. Infatti da tutti questi discorsi vengono tenuti sempre e sistematicamente fuori i poveri. I poveri, privati dal reddito di cittadinanza oggi non hanno nulla sostanzialmente o meglio non avranno nulla quando il taglio del reddito di cittadinanza sarà arrivato a regime e questa può essere una vera bomba sociale.