Stangata pensioni. Arriva la notizia che non ti aspetti e che inquieta sia i pensionati, sia coloro che in pensione devono ancora andarci.
Arriva il momento in cui la carta d’identità bussa alle tue spalle e ti dice che è giunta l’ora di lasciare il posto di lavoro. Un passaggio epocale, assai più importante del semplice cambio di connotazione da lavoratore a pensionato. Si entra in una fase nuova, dove si raccoglie, non soltanto economicamente, quanto seminato in decenni di lavoro.
Dall’ultimo giorno di lavoro al primo come pensionato passano soltanto poche ore. Quel confine che sembra sottilissimo in realtà segna una frattura evidente. Si cambia stato, si modifica il ruolo all’interno della società. In quel nuovo stato si continuerà a ricevere uno stipendio che non si chiamerà più così. Da adesso la retribuzione si chiamerà pensione.
E a proposito di pensione, c’è una preoccupazione. Quale?
Stangata pensioni, vero o falso?
Le stagioni della vita soltanto apparentemente sembrano viaggiare più lentamente di quelle che contraddistinguono le porzioni in cui è suddiviso l’anno solare. Sembra che le stagioni della vita vadano più lentamente poiché, forse, siamo noi che lo desideriamo. Amiamo follemente l’estate, l’età della giovinezza assoluta. Quella delle grandi passioni e delle mastodontiche cantonate, dove tutto è bianco o nero, poiché non esistono le mezze misure. Amiamo molto la primavera, dove si è già adulti, ma ancora giovani e dove, se controlliamo bene dentro le nostre tasche, ci sono ancora schegge impazzite di sogni irrealizzati.
Quando nell’arco temporale della nostra vita si affaccia l’autunno, iniziamo ad essere meno felici, comunque. Sappiamo che abbiamo già superato il “mezzo del cammin di nostra vita” e quel che rimane da vivere è un tempo assai più breve di quello che abbiamo vissuto. Sappiamo che dopo l’autunno arriverà l’ultima nostra stagione. E quante volte si è pensato all’inverno della nostra vita e chissà in quanti modi lo abbiamo immaginato e sperato di viverlo. E poi quando è davvero arrivato, si ha voglia soltanto di condividerlo con la persona amata, in serenità. A contribuire a regalare serenità durante l’ultima fase della nostra vita è spesso anche la pensione, “lo stipendio” costruito con una vita di lavoro.
Quando si avvicina il momento di salutare il posto di lavoro ed i colleghi che hanno fatto compagnia alla tua vita per lustri, o addirittura decenni, cominciano a ronzare in testa tante domande riguardanti l’ormai prossima pensione. Ed un dubbio è più amletico di altri, ovvero il reddito del coniuge potrà influire negativamente sulla mia pensione? A questo quesito cerchiamo di dare una risposta.
Reale incidenza del reddito del coniuge
Occorre innanzitutto precisare che l’INPS eroga due tipologie di prestazioni. Le prestazioni previdenziali, che sono interamente il frutto dei contributi versati, alle quali si aggiungono le prestazioni assistenziali le quali, invece, sono basate sulle condizioni di salute e sul reddito di colui che ne beneficerà.
Le prestazioni previdenziali, pertanto, sono calcolate esclusivamente in base ai contributi versati. Ne consegue che sulla futura pensione non potranno incidere minimamente altri redditi presenti all’interno dello stesso nucleo familiare, ovvero del coniuge o di altri conviventi. Quante volte si è pensato all’inverno della nostra vita ed una volta arrivato è fondamentale soltanto una cosa: viverlo. Magari con una buona pensione.