Il bonus 2023 si rivolge a chi vive nelle case in affitto e sta attraversando momenti di difficoltà nel pagamento delle rate mensili. L’obiettivo della misura è di contrastare il fenomeno degli sfratti e dunque verrà percepito direttamente dai proprietari della abitazioni.
Dopo un’estate molto difficile– passata tra i timori per il continuo rincaro del prezzo del gas – e un autunno che ha visto salire alle stelle il costo dell’energia elettrica facendo lievitare sensibilmente il valore medio delle bollette, i cittadini italiani si preparano ad entrare nel periodo festivo di Natale con tanti punti interrogativi sulle prospettive economiche del prossimo futuro.
Qualcuno ha dovuto tirare la cinghia per gli orizzonti preoccupanti di molti settori del mondo del lavoro, facendo ripiombare la paura della cassa integrazione o addirittura del licenziamento (in un periodo in cui anche le grandi aziende del Big Tech non fanno a meno di duri tagli ai lavoratori); e c’è chi si è già messo alla caccia delle offerte più convenienti per gli acquisti dei regali di Natale, con una spesa media che soffrirà di un netto rialzo (purtroppo assai prevedibile) per colpa dell’inflazione galoppante che non accenna a fermarsi.
In questo scenario di forte precarietà economica, si introduce anche il grave rischio di chi non detiene una casa di proprietà ma, allo stesso tempo, non riesce neppure a ad essere in regola con il pagamento l’affitto per un alloggio temporaneo. L’attenzione è calata sulle tante persone (molti dei quali giovani, ma con altri anche più attempati) che con difficoltà riescono a trovare la somma da versare ogni mese per il canone dell’abitazione in cui vivono.
Per porre un rimedio, anche se parziale, a questa diffusa condizione di difficoltà, il governo presieduto dall’ex premier Mario Draghi aveva approvato una legge di Bilancio 2022 il cosiddetto Bonus affitto giovani. Era un’agevolazione che consentiva di recuperare una parte importante di quanto versato per il pagamento del canone concordato con il proprietario.
La misura era chiaramente rivolta agli individui di una precisa fascia di età (compresa tra i 20 e i 31 anni) che avevano un reddito medio annuo non superiore alla soglia di 15.493,71 euro. Attraverso il rimborso del 20% dell’affitto, con un limite massimo di duemila euro complessivi nei dodici mesi, l’esecutivo allora in carica tentava di andare incontro a molte ragazze e ragazzi che non risiedono nella casa di proprietà.
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