Aiuti. E’ la parola d’ordine del governo Meloni così come lo era stato per il governo precedente presieduto da Mario Draghi. Quali gli aiuti previsti?
E’ una corsa ad ostacoli, ma ha tutta l’aria di essere una gara impari. Troppi eventi negativi, in un lasso di tempo assai breve, hanno prodotto una situazione economica cui è difficile far fronte.
Si succedono decreti – Aiuti, uno dopo l’altro per cercare di arginare l’arginabile. Ma sembra che si rimanga sempre troppo indietro e che il distacco ormai sia diventato incolmabile. Il governo Meloni prosegue il sentiero tracciato dal governo Draghi. Basterà?
Il nuovo governo appena insediato, guidato da Georgia Meloni, è al lavoro per iniziare a dare le prime risposte alla grave emergenza economica seguita all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con la conseguente, e gravissima, crisi energetica che ha avuto, a sua volta, come immediato e nefasto contraccolpo, un aumento spropositato delle bollette di luce e gas. Costi inimmaginabili ed insostenibili per famiglie ed imprese.
Si lavora sul taglio del cuneo fiscale, una sorta di chimera affrontata da ogni governo per cercare di ridurre la distanza tra lo stipendio lordo e quello netto nella busta paga dei lavoratori. Le parole pronunciate recentemente dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che parla del lavoro tassato come un bene di lusso, fanno ben intendere quale sia la strada da percorrere.
L’obiettivo primario è quello di rimettere denari nelle tasche dei lavoratori, a cominciare da coloro che hanno i redditi più bassi, sotto i 35.000 euro annui, per intenderci. Nel pensiero e nelle speranze di Confindustria per costoro dovrebbero esserci almeno 1200 euro annui in più. Sogno o concreta possibilità?
Il governo Meloni ha confermato che nella prossima manovra vi sarà il taglio di almeno due punti del cuneo fiscale. L’intervento di Confindustria diretto a dare un po’ di ossigeno ai lavoratori con i redditi più bassi, ha un costo complessivo che si aggira attorno ai 16 miliardi. Dove reperirli? Secondo l’organizzazione delle imprese tale somma può essere trovata riconfigurando circa il 5% della spesa pubblica che potrebbe mettere a disposizione una somma di circa 50 miliardi bastevole per poter poi effettuare tale intervento.
Aiuti a tante persone che chiedono aiuto. Per le famiglie e per l’imprese che un biennio durissimo ha messo letteralmente alle corde. Si cerca di ridare ossigeno a milioni di persone, ma è un ossigeno che costa carissimo e, a quanto pare, le risorse sono molto limitate. Risorse forse per molti, certamente non per tutti.
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